15/05/2011Poggio Nativo - Lodigiani |
Nihil difficile volenti. Così
recitava una nostra coreografia di ormai qualche anno fa e così possiamo
riassumere la giornata di domenica. Perchè volendo nulla è difficile,
neanche riappendere lo striscione e rispolverare i nostri magnifici cori
dopo 2 anni di stop forzato. La mattina inizia molto presto per tutto il
gruppo che si raduna davanti alla stazione in attesa del 'teorico'
Borgognoni, si trascorre il tempo in un'atmosfera distesa tra cazzate e
colazioni al bar. Quando alle 10,30 il treno arriva Borgo scende più in
forma che mai e dopo i saluti di rito si parte in fretta e furia (e
consapevoli di arrivare a partita iniziata) alla volta di Poggio Nativo
con il pensiero a chi non puo', forzatamente, nemmeno assistere
all'ultimo match stagionale della nostra Lodi. Il viaggio corre sereno,
siamo 8 e pertanto divisi in due macchine. L'autostrada prima e la
Salaria poi sono libere così riusciamo ad arrivare a destinazione quando
la partita è al 35' circa con i biancorossi in vantaggio per 1-0, il
campo è sito quasi all'entrata del paese e si presenta alquanto
'rurale': in terra battuto e con dei piccoli spalti ai piedi di una
collinetta. Non ci sembra vero, è una sensazione strana...a circa 700
giorni di distanza siamo di nuovo in un campo dove dove gioca la
Lodigiani! Tiriamo fuori con cura le nostre pezze, lo storico Ultrà
Lodigiani da trasferta, lo stesso glorioso striscione che ha visto
nobili stadi e caldi catini di tutta la penisola. Lo stesso che ci ha
accompagnato in giro per l'Italia prima e per il Lazio poi nell'ultimo
anno di attività...è una gioia troppo grande da descrivere, sono passati
anni, cambiate molte facce, abbiamo litigato, fatto pace, rifatto
striscioni da casa e scesi nei bassifondi del calcio italiano ma lui,
come noi, c'è sempre. Sintomo di un'inossidabilità di cui andare
fieri nell'appiattimento sociali dei giorni nostri.
Oronzoni si occupa, come
di consueto, di appendere la pezza mentre noi ci sistemiamo sugli spalti
quasi increduli nel vedere quella maglia in campo. Bella, stupenda.
Anche se è la seconda, bianca con il nostro stemma che la sormonta al
centro. Si ricomincia la dove ci avevano coattivamente e vigliaccamente
fermato: dai nostri cori. Antichi, cantati con passione, 'quasi pe'
dispetto' parafrasando il buon Nino Manfredi. Alla faccia di chi quel
maledetto 26 Aprile ha provato a distruggere le nostre vite e sputare
sui nostri ideali. Una bottiglia di spumante viene stappata per
festeggiare la libertà...LA MIA LIBERTA'! Siamo senza fiato dopo neanche
20 minuti (bisogna riprendere le vecchie abitudini) ma non ci
interessa...tutto è alienato attorno a noi, ormai ci sono solo gli Ultrà
Lodigiani ed il loro striscione che urlano per distruggere un muro di
ingiustizia durato 2 anni, una muraglia. che piano piano crolla. E
questo tempo sembra non essere passato, probabilmente mentre tifavamo,
battevamo le mani e ci divertivamo un po' tutti abbiamo pensato alle
tante incomprensioni ed all'apatia vissute negli ultimi tempi. Tutto
spazzato via in 60 minuti...a dimostrazione che basta darci degli spalti
e la Lodi in campo per metterci d'accordo. Mi sono sentito orgoglioso,
come la prima volta che ricevetti la fanzine del gruppo fuori al
'Flaminio'. Orgoglioso di aver contribuito a tutto questo, di aver
assimilato valori e tradizioni ormai scomparse. Ho pensato alle mille
battaglie contro la Cisco, alle notti passate per Roma a scrivere, alle
purghe, agli interminabili viaggi in treno e macchina per vedere
all'opera le più disparate curve d'Italia. E' questo il nostro mondo, e
nessuna diffida ce lo poteva togliere, anche se un giorno finirà rimarrà
la nostra vita vissuta da raccontare con fierezza a figli e nipoti.
Perchè noi non abbiamo mai fatto le scelte più facili e scontate, ma ci
siamo sempre messi nella posizione più scomoda, quella dove era più
facile perdere che vincere, prendercele che darle. Ed i conti li abbiamo
sempre pagati fino all'ultimo, senza l'aiuto di nessuno. Perchè nessuno
ci ha mai comprato ed a nessuno abbiamo e dovremo mai rendere conto.
Al fischio finale noi
continuiamo a cantare sulle note del 'Dale Boca' mentre la squadra viene
inaspettatamente sotto il nostro settore a ringraziarci gettandoci le
magliette. Forse per la prima volta nella storia sono più quest'ultime
dei tifosi, ma tant'è, anche questo è essere Ultrà Lodigiani. Ritiriamo
gli striscioni e ripieghiamo verso le macchine continuando a scherzare.
Riprendiamo la strada per Roma ma dopo pochi km ci fermiamo in un
ristorante a festeggiare tutto quello che c'è da festeggiare. Senza aver
programmato nulla, senza paranoie, senza orari ma con la sola voglia di
stare insieme ci sediamo e brindiamo a noi stessi...ultimi ultrà di
questa città!
FORZA LODIGIANI!
Simone – Ultrà Lodigiani
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