Lodigiani-Olbia del 25/05/2003 Play Out
Sono passate solamente due ore e mezzo dalla fine della
nostra partita, e già mi trovo davanti al computer a scrivere il resoconto di
questa giornata. Sono tornato a casa insieme a Giovanni, e non siamo riusciti
neanche a spiccicare una parola, e adesso che sono a casa non ho nessuno con cui
sfogarmi, e allora comincio a scrivere. Non riesco a fermare il fiume di
emozioni che mi ha attraversato in questa giornata, sensazioni che sicuramente
avrei voluto diverse, e che invece sono solo delusione, e sicuramente tanta
rabbia. Ancora una volta mi fermo a pensare, non capisco perché devo stare così
male. Nella mia vita ho tanti problemi, la scuola, le ragazze, e adesso stare
male anche per la Lodigiani. Si sto male, ho tanta rabbia in corpo. Si rabbia.
Rabbia perché forse oggi è stata l’ultima partita nel nostro Flaminio,
rabbia perché a venti minuti dalla fine eravamo sul punto di vincere, rabbia
perché abbiamo perso per l’ennesi ma volta, rabbia perché non ce la faccio
più a vedere sempre gli altri festeggiare, rabbia perché vorrei esserci anche
io ad Olbia per inseguire per l’ultima volta un sogno. Un sogno. Oggi ci
abbiamo provato a realizzare questo sogno, ragazzi che dalla nove della mattina
si sono spaccati per realizzare una coreografia, chi è stato perfino
all’ospedale e non ha mollato per sostenere questi colori, chi si è sgolato
al megafono oppure ha suonato quel tamburo. Eppure tutti ci abbiamo creduto,
tutti abbiamo sperato di prendere in mano questo sogno. E invece no, anche
questa volta tutto è andato in frantumi, e per l’ennesima volta non sappiamo
con chi prendercela. Tutto andava perfino troppo bene, ancora una volta in curva
Sud, la squadra che gioca e segna, il nostro tifo sempre più alto seguito anche
dal resto dello stadio. E io con chi me la devo prendere adesso, che spiegazione
devo darmi, quando fuori dal Flaminio ho visto ragazzi distrutti, ragazzi che
nei loro limiti oggi hanno dato l’anima. Chi mi capirà, domani dovrò tornare
a scuola, da domani ricomincerà la solita insulsa vita, e a chi dirò che mi
rode dentro perché la Lodigiani, una della squadre più bistrattate del mondo
sta andando in Serie D. Sai quanto cazzo frega al mondo intero se sette anni di
sacrifici e di passione, di tanti ragazzi passati per questo gruppo, forse dal
prossimo saranno buttati per spalare merda nei campi di D. Anzi, la Lodigiani
neanche esisterà più, ma a questa città che neanche oggi si è ricordata di
noi, neanche questo fa effetto. E mi fermo un’altra volta a
pensare, ma perché continuo a scrivere, quanti sentiranno loro questo
mio dolore, questa mia voglia di fuggire via, dopo questa partita. Chi leggerà
queste righe? Mecozzi, oppure quegli imbecilli che hanno distrutto la Lodigiani
Calcio. Ma poi mi rivengono in
mente quei ragazzi, quelli che come me erano delusi, che come me, forse guarda
no al cielo e si chiedono perché. Allora queste righe le dedico a loro, perché
so che loro dividono con me le stesse sensazioni, perché so che oggi ci siamo
dati tutti una mano come un gruppo, perché so che Sabato alcuni miei fratelli,
traverseranno il mare, per l’ultimo scatto, e per inseguire ancora una volta,
nonostante tutto, il nostro sogno.
Quirino-Ultrà Lodigiani