Stagione 2001/02, il bilancio definitivo
Oggi, 30 Giugno 2002, si è conclusa la stagione del calcio
con la finale di Coppa del Mondo, e, oltre questa data, ogni bilancio può
essere troppo tardivo, anche in virtù del fatto che il nostro campionato è
terminato precocemente il 5 Maggio e, se badiamo ai risultati, addirittua la
settimana prima.
Questa stagione 2001/02 ha visto tante facce, tanti nomi,
tanti avvenimenti, ma poca continuità nelle cose. A livello di squadra abbiamo
assistito ad una prima formazione fatta ad Agosto con al timone Righetti,
che ci ha fatto anche illudere nella prima fase del campionato, una seconda, con
la Lodigiani in crisi di risultati, guidata dal disastroso Pannunzio. Infine una
terza Lodigiani, completamente rinnovata, guidata dal redivivo Orazi, ma
stavolta non ci potevano salvare nemmeno i santi.
Questo dal punto di vista della squadra. Dal punto di vista
del nostro tifo la prima considerazione da fare è che il nostro non è un
gruppo di massa, ma un gruppo di persone, dentro al quale ognuno ha una storia,
un volto, e la propria importanza. Ignorare le defezioni di alcune persone
sarebbe ipocrita, perché è ovvio che più gente ti manca all'appello e più è
difficile andare avanti. Quello della gente che varia a seconda del proprio
umore, delle proprie fisse e delle sue priorità è un problema che ci sarà
sempre, questo a dimostrazione di una mentalità Lodigiani che oramai non esiste
più o, se esiste, si addice sempre a meno persone. Da troppi la Lodigiani è
considerata un gioco, e per molti è troppo facile abbandonare nel momento di
difficoltà. Questo accresce il merito di quei ragazzi che hanno visto in
faccia, il giorno di Lodigiani-Avellino, la retrocessione, la prima della nostra
storia, e , nonostante tutto c'erano, dimostrando che l'amore per questi colori
può essere vivo al di là dei risultati e dell'andamento del gruppo. E mi
dispiace anche che molti di questi ragazzi non hanno mai avuto la possibilità
di vivere i momenti d'oro del tifo della Lodigiani, dal '96 alla fine della
stagione 2001, e di vivere solo questa situazione di difficoltà in cui non sai
nemmeno se sarai iscritto al prossimo campionato. Si dice che, in questi casi,
si attendono tempi migliori, ma che tempi migliori puoi attendere quando non sai
nemmeno il futuro della tua squadra e il gruppo non solo risente della propria
crisi (se non lenta scomparsa) del movimento ultrà (o ultras) che tanto ci ha
fatto sognare? I ragazzi che stanno ancora, tra mille incertezze, portando
avanti il discorso, meriterebbero altre soddisfazioni, altri palcoscenici, altri
tempi.
Purtroppo in questo bilancio va detto che la vera mentalità
degli Ultrà Lodigiani e scomparsa con la stragrande maggioranza della Vecchia
Guardia, e, come suggeritomi da più parti, è probabile che questa
sottodenominazione scompaia per far posto ad una sicuramente più appropriata.
Vera mentalità, dicevo, che prima andava di fuori al contesto della Lodigiani,
che ti coinvolgeva in ogni azione che fai. Una mentalità spavalda,
esibizionista, che ci ha sempre portato ad essere tra i migliori gruppi a
livello di qualità ed ha portato più volte il nostro gruppo al centro della
stanza dei bottoni del movimento. Ma queste sono altre storie, che probabilmente
nessuno conoscerà mai, ed è meglio così. Un discorso di quantità, invece, lo
lasciamo a tutti gli altri, a noi non interesserà mai in larga scala, anche se
è da riconoscere il numero veramente esiguo che si è registrato durante
l'anno.
Da ricordare che anche quest'anno, proprio in un momento
cruciale, ci sono state ruggini con la dirigenza per questioni ormai dette e
ridette, e che ci hanno portato, per forza maggiore, ad uno sciopero del tifo
nel momento più cruciale della stagione, con le due partite giocate di casa di
fila contro L'Aquila e contro il Castel di Sangro, essenziali per la salvezza, e
alla rinuncia della trasferta di Sora, che pure si stava organizzando, unita
alle rinunce meno dolorose, ma comunque sofferte delle trasferte di Pesaro e
Giulianova.
Anche in casa il tifo è peggiorato, anche in quelle
situazioni in cui numericamente è stato come l'anno scorso. Questo perché, chi
di competenza a lanciare i cori e a raggruppare il gruppo, quest'anno ha fatto
veramente pietà, e solo alla fine, da questo punto di vista, ci siamo un po
ripresi, ma spesso è stata un'impresa tifare con la retrocessione davanti agli
occhi.
Ma ci abbiamo provato, nonostante tutto. E qua iniziano i
meriti del nostro gruppo. Sciopero a parte, tutte le trasferte sono state
effettuate, ed anche in quelle scioperate, qualcuno è partito (in fondo sono
solo 3). I numeri sono stati quelli medi della nostra tifoseria. Da elogiare i 2
di Taranto con la squadra già retrocessa, per il resto 40 persone a Viterbo è
stata la punta (comunque poche), di cui la metà del gruppo,6 a Pescara, 10 a
Castel di Sangro, 6 a Chieti, 8 a Lanciano, 15 a Fermo, 2 a Sassari, 8 ad
Ascoli, 7 a Catania (ecco, questa non è stata male), 6 a Nocera, 3 ad Avellino
con la neve, 10 ad Avellino recupero di Mercoledì (numero ottimo per noi),
scarsini a Benevento in 4. Senza scordare i 7 di Coppa Italia a Sassari e la
trasferta effettuata a L'Aquila sempre in Coppa in cui non c'è stato aperto il
settore. La presenza ovunque, considerate poi le condizioni del nostro gruppo,
c'è stata ed è più che soddisfacente, con una situazione così non sappiamo
quanti avrebbero fatto lo stesso nel nostro girone. Il tifo in casa passerà
agli annali per le 150 unità attive circa contro il Sora, a cantare
incessantemente sotto la pioggia, con un tifo passionale ed assordante, alla
goliardica coreografia con l'Ascoli, e buon tifo con Pescara (sotto per tutta la
partita), Giulianova (tifo nonostante perdessimo 6-1), col Lanciano (90 minuti
ma i Lancianesi sono stati più bravi, giusto ammetterlo), con la Viterbese, con
l'Avellino (giorno della retrocessione), col Benevento (accettabile), ma anche,
obiettivamente, prestazioni deludenti contro la Fermana (anche per il casino
successo fuori), col Taranto, con la Nocerina (anche se non è stata proprio
pessima), con la Vis Pesaro, e col Catania (anche se i Catanesi sono riusciti ad
essere peggio di noi), con la Torres.
Da aggiungere la fanzine sempre uscita (saltati 2 numeri per
lo sciopero), comunicati sempre costruttivi, riunioni (molto numerose verso fine
campionato, denotando un'ottima partecipazione del gruppo nonostante la
retrocessione), volantinaggi (meno dello scorso anno ma comunque frequenti),
sito sempre aggiornato, e momenti belli del gruppo, come la pazzia della
battaglia delle arance di Ivrea e la partecipazione al torneo Spagnolo, che ci
ha fatto vedere come anche in pochi siamo uno squadrone, in tutti i sensi.
Pertanto, a chi ci critica, la nostra obiezione sarà sempre
la stessa: venite voi ed organizzate il tifo della Lodigiani per un anno, poi ne
riparliamo.
L'invito, quindi, è sempre di rimanere fedeli il prossimo
anno al gruppo, sperando in cose migliori nonostante la C2. Il gruppo non è
chiuso a nessuno e chiunque si può aggregare o riaggregare a noi, questo sia
chiaro, purché lo faccia con convinzione e con lo spirito che ci ha sempre
animato.
Stefano-Ultrà Lodigiani
30 Giugno 2002