Brindisi-Lodigiani del 13/10/2002
La trasferta di Brindisi, per molti versi, è stata la
trasferta dell'assurdo. Si partirà la notte con la macchina di Cerveteri, si
voleva partire in treno ma Cerveteri stesso aveva il turno lavorativo fino alle
2 e non gli sarebbe stato possibile. Siamo in tre a partire (sempre i soliti) e
dalle 24 ci vediamo io e Lorenzo per andarci a fare un paio di partite a Bingo.
Fermo restando che al Bingo non entreremo mai, io e Lorenzo scorgiamo
Bernoccolone esattamente davanti a noi con qualche altro fagiano, pare che mi
abbia salutato (dice Lorenzo) ma non è che me ne sia accorto. Bernoccolone
sarà pesantemente offeso durante la fila, ma lui coi suoi fagiani farà finta
di niente, anche Lorenzo inizia a lanciare diverse frecciate ma nulla...ma
in fondo cosa vi aspettavate da Bernoccolone?
Appena due secondi prima di entrare al Bingo al telefonino di
Lorenzo giunge la chiamata di Cerveteri, che col fiatone ed un'aria angosciante
ci dice di raggiungerlo all'albergo perché è successo un casino, noi non gli
crediamo, io lo richiamo e lui conferma. Si vede che era destino che al Bingo
non avremmo vinto, comunque io e Lorenzo ci precipitiamo all'albergo di
Cerveteri chiedendoci cosa fosse successo. Appena arrivati all'AS Roma Hotel (si
chiama così) Cerveteri ci viene incontro raccontandoci che ha buttato le chiavi
della macchina dal 7°piano dell'albergo e che queste chiavi sono finite dui
binari del capolinea delle ferrovie laziali, delle ferrovie secondarie che per
fortuna chiudono alle 22.30 circa. Siamo quindi obbligati alla ricerca del mazzo
di chiavi, sia perché con quella macchina dovevamo partire ma soprattutto
perché dentro all'auto c'erano tutti i nostri striscioni. Nel frattempo
Cerveteri ci racconta che ha lanciato le chiavi durante una lite con la ragazza,
pesanti i commenti miei e di Lorenzo sull'avventura di Cerveteri! Cerveteri
torna al lavoro, fino alle 2, noi cerchiamo cerchiamo ma nulla, io inizio ad
avere un sospetto...che le chiavi siano sull'unica tettoia delle ferrovie
laziali, sulla quale non ci sono punti di appiglio per salire...ore 2, Cerveteri
esce dal lavoro, delle chiavi nessuna traccia, Cerveteri invece di cercare mi
chiede addirittura la macchina per accompagnare la ragazza a casa...continuiamo
io e Lorenzo ma nulla, intanto faceva sempre più freddo...dopo torna Cerveteri,
con molto comodo, io gli dico chiaramente che l'unica speranza è salire sulla
tettoia...ma come? L'unico modo è che 2 di noi sollevino una persona che cerchi
disperatamente di arrampicarsi...la tettoia è alta 3 metri, anzi, secondo me
pure qualcosa in più...dovrebbe salire Cerveteri, il più leggero,"C'ho le
vertigini"risponde...Lorenzo è improponibile, morale: tocca a me salire,
con Cerveteri e Lorenzo che mi issano...dopo un primo tentativo a vuoto, i
due riescono ad alzarmi e io, non so ancora chiedermi come, riesco a salire
sulla tettoia...inizio a cercare e dopo un po...sorpresa! Ecco il portachiavi
del Cerveteri, glielo tiro con rabbia addosso, ed ecco vicine le chiavi, che gli
tiro più delicatamente per non rischiare di perderle lungo la ferrovia...manca
la chiave di casa ma non credo sia il caso di fare storie! Adesso il problema è
scendere, io non mi fido delle doti muscolari di Cerveteri e Lorenzo, decido di
fare per conto mio...l'unica via è arrampicarmi su una vita cresciuta là non
so come che chissà se avrebbe mai retto, e dopo dei movimenti goffissimi riesco
a scendere, accorgendomi di avere i pantaloni luridi! Si può partire, ci si dà
una breve sciacquata nel bagno dell'hotel del Cerveteri e si può partire, non
prima che Cerveteri vada a "consolare"la sua ragazza, con la quale
andiamo a bere qualcosa all'autogrill. Dopo si parte veramente, sono le 4
completamente passate, si prende la Roma-Pescara per poi scendere
sull'Adriatico...questa prima parte della trasferta è caratterizzata da freddo,
scoglionamento ("Ma chi ce la fa fare?"), e tanta stanchezza, tanto
che già alle 5 presso Avezzano ci fermiamo a dormire un'oretta prima di
ripartire per Pescara e poi scendere...sul viaggio poco da dire...guidiamo io e
Cerveteri, se guida Cerveteri o sono sveglio io o è sveglio Lorenzo, se guido
io o è sveglio Cerveteri o Lorenzo, rari saranno i momenti in cui l'audace
pilota sarà lasciato solo al suo destino. Con Cerveteri al volante si arriva a
Brindisi verso le 12, dopo aver visto lo stadio andiamo in centro e dopo alla
stazione per darci una lavata...là troviamo tutto bloccato per il treno dei
Leccesi che sta passando in direzione Bari, e là conosciamo alcuni ultras
brindisini che ci portano nella vicina sede e ci offrono da bere. La maggior
parte di loro sono del Gruppo Autonomo, bello lo scambio di opinioni che
intratteniamo con loro, Cerveteri riesce anche a rimediare piccoli regali per la
sua ragazza.
Verso le 13 andiamo allo stadio, continuiamo a incontrare
vari Brindisini, ci facciamo i nostri giri e senza problemi entriamo nel settore
ospiti dove appendiamo le nostre pezze. Allora, in questo caso poco dirò della
partita, persa 2-0, anche perché la discussione è tutta incentrata su dei
soldi che Lorenzo doveva a Cerveteri e in una scena memorabile in cui Cerveteri
ha stracciato 30 Euro in piccoli pezzettini irrecuperabili. Storie da Lodigiani.
Cerveteri sbrocca e se ne va in macchina, dove rimarrà fino alla fine della
partita, la partita procede che subito siamo sotto di 2 reti (non ne ho vista
neanche una) e una Lodigiani che, a parte una traversa, stenta a reagire, anzi,
non reagisce proprio. Nel secondo tempo sbeffeggio il portiere Domanico, sarà
solo la prima volta di una lunga serie se continua a giocare titolare, la
Lodigiani è sempre più inguardabile, morta, spenta. Solo per dignità e
orgoglio togliamo le nostre pezze al fischio finale, andandocene subito per
evitare il traffico brindisino. Prima del racconto del ritorno, comunque, giusto
un commento sui Brindisini: ottima curva, solorata, entusiasta, tifo a grandi
livelli per 90 minuti, la migliore tifoseria vista da noi fino a questo momento.
Questa trasferta assurda termina col viaggio di ritorno
nuovamente votato alla stanchezza, io dormo quasi fino a Napoli dove prendo le
redini della macchina, torniamo prestissimo a Roma, alle 22.30 circa, le soste
all'autogrill saranno un paio ed entrambe mordi e fuggi.
Finalmente a Roma, stanchi morti, siamo contenti di questa
ennesima presenza che non ha nemmeno pesato poi tanto sulle nostre tasche
(calcolate l'autostrada non pagata).
Stefano-Ultrà Lodigiani