Racconto di Vocione
Appuntamento allo
Stadio Flaminio alle 23.30 circa e pronti alla volta della stazione Ostiense
dove ci aspettava un Cerveteri in formissima. Dopo aver discusso se fare
un biglietto chilometrico o meno per una breve tratta, decidiamo di far valere
la nostra tradizione lusitana che da anni imperversa incontrastantemente nel
nostro gruppo. Una volta sul treno si decide tra le varie tattiche da effettuare
e cioé nascondersi più soldi possibile nel caso che passi
lo"Zio"(controllore) gli si fa vedere che siamo in scarsa liquidità
di denaro da dargli. Lo Zio passa quando da poco siamo entrati in Toscana e sin
da subito si capisce che ci farà sudare sette camicie. Il Cerveteri prova a
dirgli che abbiamo un biglietto cumulativo e che ce l'hanno dei nostri amici in
un altro scompartimento, lo Zio va via anche se dà la convinzione di non averci
del tutto creduto. Ed infatti dopo una ventina di minuti ripassa. A quel punto
Cerveteri prova ad imbastire che non sa dove siano i nostri fantomatici amici,
io gli dico che non possiamo metterceli a cercare per tutto il convoglio e
Stefano più sbruffone di tutti gli fa notare che non ci sono problemi, visto
che secondo lui lo Zio scenderà a Grosseto ed in parole spicciole non ci
disturberà più. A quel punto Cerveteri accompagna lo Zio a scovare i virtuali
desaparecidos, tra le risate di me e Stefano. Nel frattempo che aspettiamo che
torni, decidiamo di squagliarcela e andare a chiuderci in bagno nel caso che lo
Zio se la prenda solo con lui, che ci frega, mica ci riguarda (mentalità
menefreghista su tutto). ma proprio nel momento che stavamo er tagliare la
corda, rientra Cerveteri con lo Zio furioso. Gli si prova a dire che abbiamo
sbagliato e lui niente, Cerveteri prova a dirgli che è colpa dello stato che
con le tasse ci squattrina, ma lo Zio non ne vuol sapere; non ci vuole nemmeno
multare perché ha paura che l'eventuale multa non la pagheremo mai (conosce
bene i suoi polli). E allora ci fa consegnare i documenti e ci dice che a
Grosseto ci porterà dalla Polfer. Ma ormai è un fiume in piena, ci fa alzare
dalla prima classe (e Cerveteri ripeteva continuamente"Prima classe = casa
mia") e ci porta in seconda, chiudendo la porta a chiave per non rimandarci
dove eravamo prima, tra le proteste di Cerveteri che si lamentava per il fetore
che arrivava dalla gente ammassata in seconda classe. Dopo un po decidiamo di
andare a cercare lo Zio per farci restituire i documenti ma lui nisba. Proviamo
quindi a dargli qualche soldo in più dicendo che li abbiamo scollettati, ma
ormai si era talmente impuntato che di noi non ne voleva veramente più sapere,
con Cerveteri che gli dà del bastardo e lo manda a quel paese, lo Zio che lo
riprende e Cerveteri che casca dalle nuvole, dicendo che lui non aveva fiatato (noooo!)
Arriviamo a Grosseto e lo Zio ci fa scendere, ma è costretto a ridarci i
documenti visto che l'ufficio Polfer è chiuso. Noi a quel punto vorremmo
risalire ma lo Zio ce lo vieta e allora facciamo quello che avremmo dovuto fare
subito: lo surclassiamo di insulti pesantissimi augurandogli i mali peggiori con
lui impassibile ma visibilmente avvelenato. Guradando l'ora ci accorgiamo che
sono l'1.45 e che bisognava attendere le 4.10 in attesa del prossimo treno,
maledicendo ancora di più il controllore (che Dio lo fulmini). Decidiamo così
di andare in giro per Grosseto ed eventualmente andare allo stadio...tour...a
buon intenditor poche parole! Il tutto però si conclude con un nulla di fatto e
siamo tornati in stazione; il nostro essere zingari ci porta a scovare qualche
chilometrico nei secchi della spazzatura (la classe non è acqua, sic!), dal
tabellone scorgiamo che il treno ha un ritardo di 15 minuti (diventati poi 20)
il che ci fa dire che se sarebbero diventati più di 30 ce ne saremmo tornati a
casa. Fortunatamente ciò non avviene e ci apprestiamo a salire sul treno.
Troviamo uno scompartimento chiuso dove, dopo aver aperto la porta con forza, ci
imbuchiamo. Visto che non era aperto ai viaggiatori, ci promettiamo di essere
particolarmente svegli nel caso staccassero il vagone dal convoglio per
attaccarlo altrove e magari ritrovarsi, per assurdo, a Bari. Dopo un po sentiamo
dei rumori e cerchiamo di capire se sono Zii ma poco dopo deduciamo che sono
abusivi come noi che cercavano di scroccare alle fs un viaggio gratis anche se
al gelo (visto che essendo chiuso al pubblico erano spenti i riscaldamenti). I
nostri compari malandrini ci lasciano dopo poco forse perché giunti a
destinazione, ma ahimè commettono un grave errore nei nostri riguardi,
lasciando la porta separatoria aperta, il che dopo qualche minuto insospettisce
lo Zio e la Zia (che avrà da noi dei piacevoli apprezzamenti), i quali ci
invitano ad andare altrove visto che là non si poteva stare. Troviamo posto
quasi subito in seconda classe, dove un malcapitato ha la disgrazia di
imbattersi negli Ultrà Lodigiani (ti ha detto pedalino), dove bastano
pochissime (ma pesantissime) gesta per dileguarsi alla svelta da noi. Nemmeno il
tempo di addormentarsi ed ecco lo Zio, che non sembra duro come il suo collega
che ci ha fatto scendere in precedenza, ma si fa rispettare. Noi, per evitare la
sovrattassa, gli diciamo che le macchinette della stazione accettavano solo
bancomat e lui abbocca. Poi ci chiede dove eravamo saliti e noi gli diciamo che
siamo militari saliti a Pisa, al punto che lui ci chiede se è vero e noi gli
rispondiamo di si. Allora lo Zio ci chiede di dargli 44 Euro per uno con noi che
rimaniamo basiti e chiediamo spiegazioni, e lui che replica che a Pisa è salito
solo lui e che, se gli dicevamo la verità, ci sarebbe venuto incontro. Gli
raccontiamo tutto il nostro dramma ferroviario sinceramente e lui ci fa un La
Spezia-Genova per tre, 8 Euro e rotti per uno, non male per essere partito da 44
Euro a testa! Dopo Genova ricominciamo ad essere illegali ed ecco puntuale come
un orologio svizzero la Zia di prima che viene liquidata con un "già
visto" da Cerveteri, fidandosi per averci visto in precedenza. Arriviamo a
Torino alle 10 e abbiamo giusto il tempo di fare i biglietti alla macchinetta in
carta verde (qualsiasi codice scritto viene accettato e gli zii non te la
chiederanno mai. Se proprio sono fiscali o era il codice di un amico o si è
dimenticata a casa conoscendo il codice a memoria, uaaahhhhhh) fino a Chivasso e
subito sul regionale Torino-Ivrea. Ovviamente lo Zio comincia a passare dopo
Chivasso ( e come ti sbagli) ma noi lo dribbliamo alla grande mentre chiede i
biglietti. Da notare che io e Stefano siamo andati in bagno a cambiarci, con le
facce della gente sconvolte per come siamo usciti vestiti da perfetti
straccioni. Arriviamo ad Ivrea non prima di aver denigrato Cerveteri che ci
provava con una "creatura", come dice lui. Appena scesi notiamo il
Vicentino che si unisce a noi e che si mette subito in trattativa per delle
sciarpe (un classico) col Cerveteri! Ci facciamo la classica foto alla stazione
con lo striscione e ci concediamo una pausa pranzo con il Vicentino che
"generosamente" lo offre a Cerveteri e Stefano. Ci rimettiamo in
marcia con tanto di corteo, con lo striscione aperto e cori potenti e della
tradizione romanesca ("Fatece largo" su tutti, ma anche
" Noi siamo la capitale") coi passanti alquanto
imbufaliti.
Arriviamo al punto
base, dove si ritrovano i militanti della "Morte"( il loro drappo
enorme è da brividi, unico), ma ancora devono arrivare. Così decidiamo di
andare a farci un giro, sfottendo un po tutti (spettacolare la marcetta di
Stanlio & Ollio alle guardie che ci squadrano con occhi di odio). Cerveteri
viene purgato da una sua "creatura", che dopo aver ricevuto l'ennesima
avance, col Cerveteri che faceva credere di essere brillo, la ragazza gli
rispondeva in tono "Ultrà Lodigiani" con un secco "Non bevi!",
lasciando il buon Cerveteri di stucco. Ritorniamo indietro fino a Piazza
Ottinetti, dove spiccava l'enorme telo degli Arduini giallo verde con la
scritta"Barbara"(la mugnaia) in mezzo. Qualcuno di loro, notandoci, ci
riconosce e ci saluta affettuosamente, dicendoci se anche quest'anno volevamo
gareggiare con loro. Noi gli facciamo capire che il nostro contante scarseggia
parecchio, e gli raccontiamo di come abbiamo viaggiato in maniera portoghese per
arrivare fino ad Ivrea, con le loro facce miste a sbigottimento e schifo nei
nostri riguardi (concordo pienamente). Ci dicono che non ci sono problemi e ci
fanno versare una quota di 5 Euro a me e a Stefano, Cerveteri non ha
gareggiato perché lui è un signore (pezzente n.d.a.) e il Vicentino che da
buon miliardario quale è gli elargisce 20 Euro. Ci offrono del buon Moscato e
dello squisito Barbera (ai nostri color!!!). Inizia lo show del Vicentino che
dopo essersi messo una mimetica integrale (sembrava Rambo), si incomincia a
coprirsi la testa e la faccia con una maschera da rugby, che assomiglia molto al
"Dottor Lecter Hannibal the Cannibal" de "Il silenzio degli
innocenti". Finalmente, dopo che sono sfilati tutti i vari carri (i
biancoverdi con 2 fumogeni accesi, molto Ultrà) incomincia la battaglia con me
e Stefano, al contrario dell'anno scorso, subito schierati sotto ai carri, il
Vicentino invece all'inizio corre per tutta la piazza anche in mezzo agli
Scacchi e bisogna riprenderlo per spiegargli il regolamento. Molto piacevole il
fatto che quasi tutti gli Arduini si ricordino di noi e ci salutano. Notiamo che
il carro gialloblu non c'è, ma al suo posto ci sono i grigio rossi che sono
altrettanto massicci nel combattere, con un energumeno con la maglietta
"siete polvere" tra i più attivi. A differenza dello scorso anno si
prende qualche aranciata di più in faccia, il che dimostra che ormai siamo
scafati. Goliardia presente con arance tirate in testa tra di noi. Arriva il
momento della pausa, conosciamo i ragazzi dei Terror Machine Ivrea e discutiamo
un po di movimento ultrà; poi il"Prete" degli Arduini ci obbliga a
bere quella mistura orrenda chiamata "Vin Brulé" che Stefano con una
fatica immane ingerisce, ed io dopo essermi liberato della marcatura
del"Prete"(sembrava Pietro Vierchowod su Van Basten), gli faccio fare
la fine dello scorso anno, frullandolo per terra con tutto il bicchiere, invece
il Vicentino da buon alcolico quale è, ne beve tranquillamente più di uno
(come farà, boh!). Ricomincia la battaglia e gli Arduini dicono al Vicentino
che salirà sul carro a fine serata, con il nostro "magnagatti" molto
contento (scroccherà anche una sciarpa dell'Ivrea come al solito). Ormai la
piazza è un mare arancione, si fatica a camminare. Ma ecco, quando non ce lo
aspettavamo più, il carro dei Diavoli, accerrimi antagonisti degli Arduini, un
vero derby; la lotta è serrata e senza tregua. Nel finale cori degli Arduini
per i loro colori e la loro mugnaia, e diversi cori contro gli scacchi, con i
bianconeri impassibili a subire. Prima di andare via ennesimo siparietto con il
"Prete" che ci offre nuovamente il Vin Brulé che con l'ultimo sforzo
nell'isolarci gettiamo via per l'ennesima volta. Invece Cerveteri, convinto che
sia una bevanda ottima, se lo fa versare, ma al primo sorso, sentendosi
domandare come era, mi risponde con un ghigno e la consueta frase"Na merda!".
Salutiamo e ci dirigiamo alla stazione, lerci e distrutti dalla battaglia,
prendiamo le borse che avevamo lasciato ad un bar e ci dirigiamo verso i bagni
della stazione, ma notiamo purtroppo che sono chiusi per via dei lavori in
corso. Chiunque si sarebbe disperato, ma non noi (le vie degli Ultrà Lodigiani
sono infinite); scorgiamo una fontanella a pulsante e decidiamo di spogliarci
davanti a tutti i passeggeri e lavarci là (roba da denuncia per atti osceni in
luogo pubblico), con Cerveteri visibilmente schifato che ci urlava:
"Straccioni, barboni, zingari, luridi". In un attimo di sosta al
baretto ecco aparire come per magia Roberto di Ivrea, ormai datato amico, che
offre il gagliardetto dell'Ivrea all'entusiasta Stefano per la sua collezione,
più vari gadgets degli Arduini, veramente gentile. Purtroppo dobbiamo salutarlo
in fretta perché dobbiamo prendere il treno (ovviamente gratis) e facciamo da
padroni prendendocela (specie Cerveteri) con un malcapitato vecchio (rispetto
per nessuno). Arriviamo a Torino e andiamo in una pizzeria a taglio, dove ci
rifocilliamo alla grande. Passiamo il resto del tempo per fare delle telefonate,
leggere qualche giornale e fare in carta verde dei biglietti fino ad
Alessandria. Il treno parte alle 22.20 e per una volta speriamo che lo Zio passi
subito. Il controllore passa pochi minuti prima di Alessandria e siamo
prontissimi come mai prima d'ora a mostrargli i nostri ticket. Dopo passa una
Zia che abbocca al solito "Già visto" ma come diceva Pelù "Lo
spettacolo deve ancora incominciare"! Prima ci chiama il Vicentino nel
pieno del sonno per dire che lui sarà a cena da uno dei capi dei T.M.I., poi è
la volta dell'ultimo Zio, che Cerveteri prova a farla franca con un già visto,
ma lo Zio vuole vedere i biglietti e si accorge che già da diverso tempo sono
scaduti. Allora il Cerveteri, che stranamente, fra andata e ritorno, non aveva
fatto valere la sua fama di imbroglia-zii, ritrova lo smalto dei tempi migliori
e dice al controllore che un suo collega ci ha fatto un senza prezzo, al punto
che lo Zio gli chiede dove sia la ricevuta, e Cerveteri gli dice che non c'è
stata fatta e che non è colpa nostra. Lo Zio, anche se non del tutto convinto,
se ne andrà e non passerà più. Noi ci svegliamo verso Ladispoli e attendiamo
di arrivare a Roma Ostiense dove giungiamo anche in anticipo di qualche minuto.
Ci salutiamo consapevoli di aver passato due giorni di amicizia e risate, dando
il buongiorno a tutti i lavoratori incontrati nel percorso verso casa, dove,
anche se esausti, facciamo capire che è meglio stare alla larga da noi...molto
meglio, credeteci!
Vocione-Ultrà
Lodigiani