Questa è la Home Page che gli Ultrà Lodigiani hanno dedicato a Gabriele Sandri immediatamente dopo la sua morte. Conserviamo questa pagina affinché nulla venga dimenticato, nel ricordo di un ultrà come noi che ha perso la vita per inseguire la passione che accomuna ogni ultrà.
Gli Ultrà Lodigiani si stringono alla famiglia, agli amici e a tutti coloro che piangono la morte di Gabriele Sandri, un ultrà come noi che ha perso la vita per seguire la propria squadra del cuore. Una parte di tutti noi è morta in quel maledetto Autogrill toscano. Il nostro sito, con l'eccezione di questa pagina e di un altro paio, resterà chiuso per lutto. CIAO GABRIELEGli Ultrà Lodigiani |
Pagine che restano aperte: BLOG - DATABASE ULTRA' |
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione." ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA |
LA VERITA' DI STATO
PREMESSO CHE
- Chi scrive lo fa nel pieno delle proprie capacità mentali;
- Che l'art. 21 della Costituzione Italiana afferma che "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione";
- Che chi scrive NON ritiene l'Italia un Paese democratico;
- Che è assurdo morire in uno stadio, sia da tifoso che indossando una divisa;
- Che chi scrive si ritiene orgogliosamente un ultrà;
- Che chi scrive rappresenta a grandi linee il pensiero del gruppo (eventuali eccezioni potranno essere scritte e aggiunte in seguito);
- Che chi scrive lo fa in riferimento all'uccisione dell'ultrà laziale Gabriele Sandri dell'11 Novembre 2007;
DICHIARO QUANTO SEGUE:
- L'uccisione di Gabriele Sandri, tifoso e ultrà della Lazio diretto a Milano per seguire la propria squadra del cuore, è un fatto gravissimo. Il poliziotto colpevole va punito secondo i termini di legge, con un regolare processo e senza reticenze di sorta imposte dagli alti poteri, come accaduto per la morte di Filippo Raciti o di Carlo Giuliani.
- Il mondo del calcio si deve vergognare di aver fatto giocare regolarmente la maggior parte delle partite di campionato. Tutti coloro che hanno, durante questa giornata, esultato per un gol della propria squadra del cuore, si devono vergognare. I cronisti che hanno commentato le partite come che nulla fosse si devono vergognare, così come si devono vergognare tutti i giocatori che hanno esultato dopo aver segnato un gol.
- Il mondo del calcio e delle istituzioni hanno dimostrato, con una sensibilità pari allo zero, che per loro la morte di un tifoso di calcio non vale nulla. Per la morte di Raciti invece si è sospeso il campionato, si è gridato allo scandalo e si è parlato di chiusura del campionato. Giusto o no tutto questo, della morte di un tifoso non è fregato nulla a nessuno. Gli interessi del danaroso mondo del pallone e della Pay TV hanno prevalso su tutto.
- Sia la morte del poliziotto Raciti, sia la morte del tifoso laziale, sono state prese a pretesto da politici, giornalisti e benpensanti per additare gli ultras come male della nazione intera. Nessuno pensa invece che un ultrà è prima di tutto un cittadino come tutti gli altri, ed è un ragazzo /uomo con i suoi ideali e con i suoi diritti di cittadino. Quando si parla di ultras tutto è consentito: violenze delle forze dell'ordine, potere illimitato ai prefetti, leggi anticostituzionali e via dicendo.
- La morte (e uso volontariamente questo termine al posto di "uccisione") di Raciti è stata presa a pretesto per condannare tutti gli ultras e bollarli come delinquenti, per creare leggi speciali, per aumentare a dismisura il potere di Polizia (di cui l'episodio di Gabriele Sandri rappresenta la tragica conseguenza), e per trasformare gli stadi in teatrini squallidi e silenziosi. Eppure, a quasi un anno dalla tragica morte di Raciti, non si è ancora dimostrato che l'episodio sia stato un omicidio anziché un incidente dovuto all'imperizia delle forze dell'ordine, così come molte fonti hanno indicato. C'è poco da fare: la polizia carica? E' colpa degli ultras, sempre! Muore un poliziotto nel mezzo degli scontri? E' naturalmente colpa dell'ultras! Muore un tifoso per mano di un poliziotto? E figuriamoci se la colpa non è degli ultras! Basta, siamo stanchi di sentir dire che le Forze dell'Ordine sono perfette e non sbagliano mai, così come tutti noi siamo stanchi di sentir dire che le stesse non abusano del loro potere, mentre la parte dei colpevoli è sempre destinata agli ultras!
- Quando c'è di mezzo qualche magagna di Polizia e Carabinieri siamo costretti a sorbirci favole di ogni tipo: ricordo, per esempio, per la morte di Carlo Giuliani la storiella (passata agli atti della giustizia come verità) del tipo che un proiettile sparato a pochi metri di distanza dal ragazzo abbia ucciso solo perché è rimbalzato accidentalmente su un sasso...o, per la morte di Raciti, la favoletta della bomba carta lanciata dagli spalti del Cibali e finita in maniera miracolosa dentro la camionetta dell'Ispettore Raciti, che stazionava fuori dalla curva... ORA STANNO GIA' CERCANDO DI DIRCI CHE I PROIETTILI SPARATI VERSO GABRIELE ERANO COLPI "SPARATI PER ARIA" E DEVIATI DA NON SI SA QUALE OGGETTO IMPRECISATO SUL CORPO DEL POVERO RAGAZZO. PER FAVORE ALMENO STAVOLTA NON PRENDETECI PER IL CULO!
- Vorrei inoltre chiedere al nostro immacolatissimo ministro Amato ex socialista tesoriere di Craxi la verità su Paolo di Brescia o, tornando anni più indietro, su Alessandro tifoso della Roma, ragazzi finiti in coma (senza aver fatto nulla) in seguito agli abusi delle forze dell'ordine. Voglio sapere perché quando è la Polizia a commettere dei crimini il colpevole non si trova mai, mentre invece quando il colpevole è ( o deve essere per verità imposta dallo Stato) l'ultras, allora il colpevole lo si prende nel mucchio, senza prova alcuna.
- In seguito ai fatti di Catania del Febbraio 2007, il Governo, oltre a varare norme anti-ultras liberticide a anticostituzionali, ha istituito un organo assurdo, ovvero il famigerato Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive; organo questo, composto da persone incompetenti che non hanno mai avuto nessuna nozione o conoscenza del tifo organizzato, e che, in questi mesi, ha tenuto alto l'allarme su più partite possibili, con motivazioni prive di ogni logica, solo per assicurarsi di mantenere il proprio potere. A chiunque ha la pazienza di leggere queste righe voglio ricordare che ogni membro di questo osservatorio, oltre ad avere un lavoro riccamente pagato, prende molti soldi per ogni riunione dell'osservatorio, e figuriamoci che interesse possono avere i membri a perdere il loro potere e i loro ricchi compensi. L'osservatorio è talmente efficiente che non ha assolutamente limitato la violenza negli stadi, anzi, l'ha probabilmente esasperata, e comunque, se avesse veramente funzionato, oggi probabilmente non saremmo qui a piangere un ultrà che non c'è più.
- E' assurdo che in questo paese si cerca di definire le regole di comportamento per gli ultras e i tifosi in generale, mentre invece le forze dell'ordine non ricevono nessuna preparazione su come affrontare certe situazioni delicate, come quella accaduta all'autogrill di Badia al Pino. Voglio dire, per non passare da generalista, che quando nella mia vita da ultrà ho trovato servizi d'ordine efficienti, non è mai successo nulla, neanche in situazioni difficili.
- Mi chiedo perché in Italia non viene messo a tutti i tutori dell'ordine un codice identificativo. Questa regola, usata da tutti i paesi civili per evitare abusi di potere, risolverebbe non pochi problemi in Italia, e renderebbe meno spavaldi alcuni personaggi in divisa.
- La rabbia ultrà seguita all'uccisione di Gabriele non è figlia di questo calcio, così come non è figlia delle nostre curve. La rabbia vista in diverse città italiane deriva dal DISAGIO SOCIALE che questo paese sta respirando. La maggioranza dei giovani che occupa le curve rappresenta tutti i giovani della nostra società. La nostra generazione è stata avvilita da politici incapaci, da leggi sul lavoro che favoriscono il precariato, dalla mancanza di sicurezze sul proprio futuro, da paghe da fame, da sfruttatori di ogni tipo (dai datori di lavoro a chi affitta le camere a prezzi allucinanti), dalla mancanza di una previdenza giovanile e da tanti altri fattori che sarebbe troppo lungo e inappropriato spiegare in queste righe. Vorrei però dire che la rabbia, eccessiva a volte, degli ultrà, dei ragazzi che appresa la notizia della morte di Gabriele hanno messo a ferro e a fuoco varie città, è, secondo me, la rabbia di una generazione, che oggi si sfoga col calcio e un domani potrebbe sfogarsi in piazza, contro le istituzioni e senza il pretesto di una partita. Allora forse i benestanti della nostra società si renderanno conto, a spese loro, che tra gli ultras non c'è nessun colpevole. I colpevoli sono coloro che hanno ridotto l'Italia a essere ciò che è adesso.
- A proposito di politici di malaffare: vorrei ricordare a tutti che in questo periodo in Italia c'è un risveglio, pur lento, della coscienza politica individuale e collettiva dei cittadini. Il Caso de Magistris, i libri "La Casta" e "Gomorra", le magagne dei vari Mastella, Gentiloni, Padoa Schioppa, Visco ecc. ecc. ecc., il V-Day, l'ondata di anti-politica che sta attraversando il Paese ecc. ecc. sono tutti problemi che stanno dando non poco pensiero sia alla classe politica, sia ai suoi servi giornalisti. Ciò che è successo oggi è stato già strumentalizzato dagli organi di informazione per distogliere i cittadini dai veri problemi del Paese.
- Ora più che mai siamo pronti a organizzare una manifestazione unitaria ultras qui a Roma. Abbiamo fatto un tentativo dopo il Decreto Amato fallito per l'egoismo di molte tifoserie che pensavano solo a tirare l'acqua al proprio mulino o non ci prendevano sul serio. Pur senza gli stessi proclami di allora, riproponiamo oggi l'idea. Fateci avere la vostra opinione, chiunque voi siate.
- Inoltre appoggiamo incondizionatamente ogni iniziativa a favore della verità sulla morte di Gabriele, in suo ricordo, così come appoggeremo ogni iniziativa, disinteressata e non organizzata da sigle di comodo, volta a rivalutare il nostro movimento.
- Concludo dicendo che spero che, passata la rabbia per quanto successo, il nostro movimento torni a riflettere con coscienza sul proprio futuro, per evitare gli errori commessi in passato. La mia speranza, che ormai è forse diventata un sogno, è di rivedere le curve colorate e straripanti di passione come una volta. Vorrei, nello stesso tempo, continuare a vivere da ultrà, da ribelle, da alternativo nella mia vita, senza scordare che il calcio, in fondo, è solo un gioco. Vorrei vivere in un Paese dove le forze dell'ordine non abusino del loro potere e difendano veramente i cittadini. Vorrei che, da una parte e dell'altra, non vi siano più morti per una partita di calcio. Tutto questo è semplicemente assurdo.
Stefano - Ultrà Lodigiani 1996
Hanno visitato questo sito persone dalla sua apertura (3 Settembre 2000)