"Voce in Capitolo"numero 68
Dieci persone che parlano fanno piu’ rumore di 10000 che
stanno in silenzio (Napoleone)
Dallo scorso mese di Giugno il nostro gruppo è in
contestazione contro il
gruppo Cisco, anche se sarebbe dovuta iniziare già tempo prima, ma,
fidandoci, erratamente, della buona fede della nostra ambiziosa dirigenza,
abbiamo lasciato correre. Ma andiamo con ordine:
- Le ragioni primarie della nostra contestazione:
* Il cambio di denominazione da AS LODIGIANI 1972 a CISCO LODIGIANI CALCIO
* Il futuro cambio di denominazione che noi diamo per certo, da CISCO
LODIGIANI CALCIO a CISCO ROMA, con la Lodigiani che scomparirà
ingloriosamente dal palcoscenico che si è sudata sul campo, salvo ripartire
da qualche categoria dilettantistica se qualche santo ci aiuterà.
* Il cambio del simbolo è solo il primo passo non solo del cambio di
denominazione sociale, ma anche del cambio dei colori sociali, che
diventeranno bianco e verde.
* Il concetto stesso che, chiunque si appropria di una società possa mettere
un marchio davanti al nome storico di una squadra solo per motivi
pubblicitari, di merchandising, o di pura soddisfazione personale. Pensate
ad un calcio con le squadre che possono assumere i vari nomi di Fininvest
Milan, Gea Juventus, Sensi Costruzioni Roma, Paluani Chievo e così via,
cambiando, oltre alla denominazione sociale, anche i colori. E pensate se,
l'anno dopo il primo cambio di denominazione, queste squadre finissero per
chiamarsi semplicemente Gea, Fininvest, Sensi, Paluani ecc...cosa resterebbe
del nostro calcio?
-Perché non crediamo nella buona fede del progetto Cisco
Lodigiani
*I dirigenti Cisco affermano che, se avessero voluto, con
vari magheggi,
avrebbero potuto chiamare la squadra direttamente Cisco Roma. Questo è vero,
ma sicuramente avrebbe richiesto dei costi maggiori. Inoltre esiste un
regolamento federale che impedisce il cambio di denominazione in un solo
anno, ma che ammette una fusione tra vecchia denominazione e nuova
denominazione il primo anno che se ne faccia richiesta, e, a partire dal
secondo anno, non vi sono più obblighi per cambiare completamente la
denominazione. In poche parole: quest'anno CISCO LODIGIANI, l'anno prossimo
Cisco Roma.
* Perché la dirigenza Cisco è una dirigenza che, almeno da
un decennio,
tenta la scalata nei professionisti senza, tuttavia, mai riuscirvici.
Inoltre ricordiamo che il primo Cisco era la Cisco Tor Sapienza, società di
eccellenza. Abbandonato il Tor Sapienza, nella stagione 2001/02, il gruppo
Cisco acquisisce il Collatino, chiamando la squadra Cisco Collatino e
facendogli vincere il campionato di un punto sul Guidonia che però è stato
punito con una penalizzazione di 12 punti (altrimenti forse stavano ancora
là). L'anno dopo il Cisco fallisce, dopo un buon avvio di stagione, la
salita tra i professionisti, e la squadra, si chiamerà soltanto Cisco Roma.
Lo scorso anno la dirigenza Cisco acquista la Lodigiani SOLO
PERCHE'RIPESCATA IN C, e non cambia la denominazione solo perché, ad
acquisto avvenuto, i termini erano già scaduti. Quest'anno il rpimo
passaggio è avvenuto puntualmente, e così sarà per il prossimo. Ricordiamo
che, quando abbiamo parlato con la società, citando il caso del Collatino,
ci è stato rispsto che la società si è chiamata Cisco Roma solo perché della
vecchia dirigenza Collatino non era più rimasto nessuno. La nostra legittima
domanda è: ma della vecchia dirigenza, nella Lodigiani, chi ci è rimasto???
* Perché il gruppo Cisco non ha mai chiarito i propri programmi riguardo
alla denominazione sociale. Gli unici argomenti che il gruppo Cisco ci offre
sono una buona squadra, tanti soldi, programmi ambiziosi, soddisfazioni
sportive. Ma perché nessun dirigente della Lodigiani (anzi, della Cisco
Lodigiani) ha mai detto con esattezza quale sarà la nostra definitiva
denominazione societaria? Perché il Cisco Magazine continua a fare continue
chiacchiere inutili su quanto è grande questa dirigenza e questa squadra e
al contrario non parla mai dell'argomento della denominazione societaria?
-Ciò nonostante abbiamo assorbito la botta del cambio di
denominazione,
cercando un dialogo con la dirigenza, ma invano
* Dal primo momento in cui abbiamo appreso il cambio di
denominazione, anche
se malvolentieri, e , va detto, non all'unanimità, si è deciso di cercare un
dialogo tra di noi e la società per continuare a sostenere quel che resta
della Lodigiani evitando inutili contestazioni al gruppo Cisco. Si sono
susseguiti più incontri tra noi e il DS Appetiti (mai visti i reali vertici
della società), persona che, a nostro avviso, non si è dimostrata
all'altezza della situazione. La nostra mediazione chiedeva principalmente
una garanzia scritta, dal presidente o dal patron, che il nome della
Lodigiani nella denominazione sociale sarebbe rimasto intatto e che i colori
biancorossi sarebbero stati intangibili. Capendo che ciò era impossibile via
stampa, abbiamo chiesto una breve dichiarazione sul Cisco Magazine (organo
ufficiale della società) di uno dei due massimi dirigenti biancorossi che,
appunto, il nome della Lodigiani non venisse mai tolto dalla denominazione
ufficiale della società. Ci è stato risposto, con aria di sufficienza, che
ciò non era possibile perché si parla di persone che sono troppo impegnate
per poter fare una cosa così. Ora diteci, secondo voi, se un dirigente che
ha la volontà di venire incontro ai tifosi, che sono già stati privati del
vero nome della squadra con un'aggiunta davanti (manco di dietro), ha
problemi, se lo vuole, ad accontentare una richiesta così semplice. Diteci
cosa costa, in una piccola parte del giornale della squadra mettere queste
poche righe che chiedevamo invece dei soliti osanna al gruppo Cisco. Va
detto che noi, in cambio, abbiamo promesso di chiudere la contestazione nei
confronti del gruppo Cisco. Pensiamo, quindi, che se questa richiesta non è
stata accontentata, è solo perché, sulla questione del nome, la società è in
chiara malafede.
* Inoltre in Coppa Italia, e alla prima giornata di
campionato, comunque ,
non abbiamo contestato la dirigenza, aspettando l'evolversi della
situazione. Il bello è che un tifoso isolato ha insultato il gruppo Cisco
(persona peraltro non facente parte del gruppo) e per questa inezia siamo
stati accusati dal solito dirigente di essere dei sovversivi. Secondo noi
ciò è stato solo un pretesto per mettere benzina sul fuoco.
Noi, comunque, abbiamo da subito chiarito che avremmo incitato la nostra
squadra, la LODIGIANI, e dalla partita col San Marino, abbiamo fatto
esordire uno striscione di 15 metri con scritto AS LODIGIANI 1972. Più di un
indizio ci ha fatto capire che i dirigenti della CISCO LODIGIANI detestano
la nostra linea di condotta, pur non offendendo niente e nessuno, linea che
difende il nostro diritto di tifare la squadra che tifiamo , come gruppo,
dal 1996 (quando la Cisco nemmeno esisteva).
- La spia di Olbia
* Va ricordato, infine, uno spiacevole episodio, accaduto il
1°Settembre in
Coppa Italia, nella trasferta a Olbia. Tra primo e secondo tempo è apparso
tra di noi un dipendente del Cisco Village sardo, che ha iniziato a fare
discorsi strani, glorificando il gruppo Cisco e il suo progetto calcistico,
dicendo che il verde è un bel colore per una squadra (!) e che noi stessi,
anche personalmente, avremmo ricevuto solo vantaggi dal tifare CISCO,
chissà, magari un giorno saremmo diventati qualcuno! Inoltre, inizialmente,
voleva offrire a tutti la cena (7 bocche da sfamare!), pensate davvero coi
soldi suoi? Noi abbiamo dei dubbi in merito. Inoltre questa persona ha
sondato in maniera incredibile le nostre opinioni, e, alla fine, se ne è
andato, capendo chiaramente che non gli davamo retta. Certo che se questa
persona non è stata mandata da qualcuno, allora merita una promozione per il
suo immenso senso di attaccamento all'azienda!
L'atteggiamento dei dirigenti (se non l'accanimento) nei
nostri confronti,
la storia calcistica di questa dirigenza, e troppe, numerose voci, ci
stanno facendo capire che la storia della Lodigiani è ormai agli sgoccioli.
La fine di una squadra si anch'essa aziendale, ma che sul campo ha
conquistato tutti i suoi successi e a livello giovanile ha inaugurato un
modello da seguire in tutto il mondo. Pensate che in passato esperti
calcistici dal Giappone e dall'Australia sono venute a studiare dal vivo il
"Modello Lodigiani". Ora prima abbiamo subito un cambio di
denominazione
assurdo e senza motivazioni (da che mondo è mondo un imprenditore che
acquista una squadra non mette mai il marchio della propria azienda
davanti), l'anno prossimo ci sarà spazio solo per una squadra aziendale che,
ci auguriamo, non porterà mai un tifoso allo stadio. Sarà la fine di una
società gloriosa che in questi ultimi anni è stata dimenticata, ma che nella
sua storia ha portato migliaia e migliaia di spettatori entusiasti. Forese
spariremo anche noi, gruppo si esiguo ma che ha portato, anch'esso, nel
corso degli anni, centinaia di ragazzi a tifare Lodigiani.
Signore e signori, questo è il calcio moderno. Un calcio dove non esistono
le regole ma esistono solo le eccezioni, un calcio che non ha rispetto né
del tifoso e né dei risultati acquisiti sul campo. Un calcio dove può
esistere una squadra mai esistita prima sostituendone una che in appena poco
più di trent'anni di vita è già diventata leggenda. Una squadra che si è
macchiata solo di non avere un nome che attirasse la gente, e di gestioni
societarie sempre più disastrose che hanno solo allontanato il pubblico.
Signore e signori, in questo calcio moderno che non ci vuole più, facciamo
l'unica cosa che ci è rimasta da fare: conTestare.
Infine
Dopo la contestazione di Sabato scorso, oggi abbiamo lasciato il Flaminio vuoto
e
nel silenzio. Come in molti di voi si accorgeranno....OGGI SIETE IL CISCO
ROMA!