"Voce in Capitolo"numero 59 

 

Dieci persone che parlano fanno piu’ rumore di 10000 che stanno in silenzio (Napoleone)

 


Comunicato del 21 Gennaio 2004

Gli Ultrà Lodigiani, e più precisamente la parte più stretta del direttivo, comunicano una decisione alquanto inedita, fastidiosa, ma allo stesso tempo inevitabile data la situazione interna che già da tempo è degenerata e che sarà difficile tenere in piedi fino alla fine dell’anno.
Per una buona parte, se non per tutto, il primo tempo, il gruppo si asterrà dal tifo per trattare direttamente sugli spalti le principali problematiche che ci hanno fatto diventare un gruppo che è solo il vago fantasma di quello degli anni scorsi. In poche parole si terrà una riunione visto che ormai è diventato impossibile farne una settimana data la nulla volontà degli effettivi membri del gruppo. Il nostro silenzio, pertanto, non è né uno sciopero né una contestazione verso nessuno, ma è solo un’esigenza dovuta a cause di forza maggiore, ed è inoltre inutile provare a fare il tifo quando manca una base ed una identità di gruppo.
Come succede da diverso tempo, ormai, c’è solo disinteresse da parte dei componenti del gruppo nei confronti dell’attività del gruppo stesso, disinteresse che si trasforma in diserzione nelle partite in casa, in trasferta e anche nelle riunioni, che, di fatto, non è più il caso di fare.
Un chiarimento è purtroppo necessario per svariate ragioni che non stiamo a spiegare qua sopra visto che, come recita un noto proverbio, i panni sporchi si lavano in famiglia, però se questa decisione è stata presa è solo perché il disagio raggiunto è diventato molto profondo. 
Mancano le idee ma soprattutto gli stimoli per continuare e soprattutto navighiamo nell’indifferenza generale degli stessi componenti del gruppo stesso. Ed è proprio questo l’assurdo visto che tutti noi ci siamo sempre lamentati dell’indifferenza con la quale dobbiamo combattere quotidianamente.
Una volta, nonostante l’indifferenza di tutti, si reagiva con l’orgoglio che contrassegnava i veri Ultrà Lodigiani, ora sono gli stessi Ultrà Lodigiani che sono indifferenti a quella Causa che hanno giurato, evidentemente solo a parole, di non mollare mai.
Sperando che il chiarimento serva a qualcosa, chiediamo a tutte le componenti che girano intorno alla Lodigiani Calcio di rispettare la scelta fatta senza avanzare critiche inutili. Non siamo né dei vili ma né menefreghisti, siamo quelli che ancora combattono contro tutto e tutti per salvare il salvabile.
Nonostante tutto sempre forza Lodigiani Calcio 1972 e, soprattutto...avanti Ultrà Lodigiani

Ultrà Lodigiani 1996


Benvenuti Sangrini 

Nonostante la scandalosa decisione di giocare questa partita di Domenica, oggi comunque abbiamo una motivazione in più per essere presenti e soprattutto per passare una splendida giornata. Oggi infatti arrivano a Roma i nostri amici del Castel di Sangro per rafforzare un’amicizia che di anno in anno diventa sempre più salda. Abbiamo organizzato tutto nei dettagli affinché questa giornata riesca perfetta e speriamo di ricambiare almeno minimamente l’accoglienza che ci è stata data in quel di Castel di Sangro. Un’amicizia che sicuramente andrà ben al di là del risultato che maturerà in campo. Siamo quindi pronti ad accogliere Roberto, Lorenzo e coloro che ci hanno ospitato a Castel di Sangro ma anche tutti quei ragazzi che, per un motivo o per l’altro, non abbiamo ancora conosciuto. Pensiamo che siano noti a tutti i fatti che ci hanno legato alla tifoseria giallorossa, e ciò testimonia che, se non altro, molte disgrazie alla fine portano a cose buone, senza contare che prima dell’incidente dell’ Ottobre 2000, nonostante una certa indifferenza reciproca, vi erano stati anche diversi cori tra le tifoserie, sin dalla partita di andata allo stadio Flaminio nella stagione 95/6 che poi portò il Castello in serie B. Di certo da quella giornata di pioggia torrenziale molte cose sono cambiate, sia nella nostra tifoseria, sia nella loro. Nel’95, per esempio, il gruppo guida della Lodigiani era ancora il Kaos, mentre già esistevano CUCN e Boys. Di lì il Castello si è ritagliato un piccolo spazio nella storia calcistica italiana, mentre la nostra Lodigiani continuava a disputare campionati più o meno anonimi. Purtroppo la parentesi della B sangrina è durata appena 2 anni, ed eccoci nella stagione 98/9 a riincontrarci di nuovo, prima al Tre Fontane, con discreta rappresentanza sangrina, e poi di nuovo a Castello, eravamo una decina quel giorno e ci furono, per l’ultima volta, dei cori contro. Nella stagione successiva , 99/2000 il tifo della Lodigiani si eclissò notevolmente, e, nel contempo, anche la tifoseria sangrina è diminuita notevolmente di numero, segno che l’effetto B era terminato. Da noi furono presenti pochi sangrini mentre noi a Castel di Sangro risultammo addirittura assenti, ma in quella stagione dire che eravamo con le pezze al culo è ironico visto che saltammo 13 trasferte su 17. La stagione 2000/01 vede una rinascita del tifo biancorosso sotto l’insegna degli Ultrà Lodigiani, ed in 15 partimmo alla volta di Castel di Sangro, e di lì i noti, tristi, fatti che però portarono ad una amicizia forse in verità un po tiepida all’inizio, ma, come detto all’inizio dell’articolo, che si è rafforzata di anno in anno. Ed è bene che sia così, visto che le amicizie non nascono e soprattutto non si sviluppano nel nulla. Di certo dopo l’incidente del 2000 avevamo una stima fortissima verso i Sangrini per il comportamento avuto verso i nostri ragazzi in ospedale (e per questo non smetteremo mai di ringraziare i Sangrini), ma la vera amicizia si è rafforzata nella gara giocata a Castel di Sangro nella stagione 2001/2, quella che vide l’amara retrocessione in C2 di entrambe le squadre, partita in cui ci conoscemmo notevolmente meglio, mentre quest’anno la nostra amicizia si sta tramutando in un vero gemellaggio che di fatto sarà celebrato oggi. Crediamo di non aver mai organizzato un’accoglienza così per un’altra tifoseria, e questo vuole far capire che noi teniamo tantissimo a questa amicizia. Purtroppo l’incontro di oggi giunge in un momento molto delicato per il nostro gruppo, e ciò non ci farà essere al meglio sugli spalti, sia nel numero sia nella voglia di tifare. Ciò nonostante pensiamo che quello che conta è passare una bella giornata insieme e dimenticare, almeno per qualche ora, i tanti problemi che affliggono il nostro gruppo e la nostra situazione societaria. Siamo sicuri che anche per i ragazzi di Castello sarà la stessa cosa! Oggi quindi tutti giù col vino ed ubriachiamoci tutti insieme!

Direttivo Ultrà Lodigiani 1996


Ultrà Lodigiani: cosa va, cosa non va


Il tifo in casa: il tifo nelle partite interne, obiettivamente parlando, non è stato male, c’è di meglio ma c’è anche di peggio, e in alcune partite abbiamo fatto un ottimo tifo anche in una sola ventina di ragazzi, segno che quindi il numero non ci influenza più di tanto, anche perché le prestazioni dei tifosi ospiti, fino ad adesso, non sono state per nulla eccezionali.
Il tifo in trasferta: poche le prove che possiamo considerare decenti: Frosinone su tutte, Rutigliano, mentre in altre trasferte si è fatto poco o nulla e gli Ultrà si sono limitati alla semplice presenza, spesso complice il numero che non è però una giustificazione. Su questo aspetto completamente bocciati e crollati rispetto allo scorso anno.
Le trasferte effettuate: per fortuna anche quest’anno abbiamo ovunque garantito la presenza, anche in buone unità visto che rispetto agli anni scorsi siamo migliorati un po ovunque. La trasferta di Ragusa, pur non essendo arrivati per colpa del black out che ha colpito l’intera rete elettrica nazionale, la consideriamo effettuata visto che comunque eravamo partita e , al momento del black out, le 3 di notte, eravamo arrivati già a Paola. Senza black out saremmo arrivati di sicuro.
Il comportamento dei singoli componenti: quasi nessun componente, per un verso o l’altro, ha seguito con costanza la Lodigiani, pochissime le eccezioni, ma il problema è che in pochi capiscono cosa vuol dire ultrà, e anche chi lo capisce, quando viene alla Lodigiani, sembra scordarselo completamente. Anche le persone più datate non hanno più l’entusiasmo dei vecchi tempi, anche se finora hanno garantito la presenza in tutti i campi della Lodigiani. Troppe persone disertano troppe trasferte che invece potrebbero fare. In troppi, quasi tutti, non sanno rinunciare ad una concomitanza di serie A, questo è segno che, evidentemente , la Lodigiani interessa poco o nulla ed è semplicemente ridotta ad hobby. Le riunioni sono inorganizzabili perché tutti hanno di meglio da fare, inutile parlare di volantinaggi ed altre attività di contorno che ci caratterizzavano lo scorso anno. Infine, in troppi, seguono solo le sorti della squadra infischiandosene dell’attività del gruppo, senza capire che è proprio questo disinteressamento che rischia di ucciderci.
La società: con la società il rapporto è andato peggiorato di partita in partita, il dialogo appare sempre più lontano, finora siamo stati tenuti ai margini della considerazione dei dirigenti, siamo stati attaccati ferocemente per la contestazione contro l’allenatore Fratena (pur avendo ragione noi), e, da qui, l’inevitabile contestazione verso il gruppo Cisco nella partita con la Fidelis che, però, a quanto pare, ha subito gli effetti a noi desiderati. Contestazione che rischia di inasprirsi per la questione del nome, la sola verso la quale non faremo un passo indietro, e verso la quale ci dichiariamo intransigenti: la storia della Lodigiani va continuata così com’è senza squallidi ritorni commerciali, abbiamo un nome che a Roma ha segnato la storia calcistica e che difenderemo a tutti i costi. Una trattativa è sempre possibile ma non sulla questione del nome, sulla quale chiediamo precise garanzie, per il resto siamo disposti a tornare su alcuni dei nostri passi solo se la dirigenza farà altrettanto.
Le forze dell’ordine: allo stadio Flaminio quest’anno il rapporto è molto disteso, non veniamo ostacolati in quello che facciamo, e, da parte nostra, non abbiamo finora creato problemi eccessivi, se non un innocuo lancio di panettoni in campo; questo perché, comunque, non abbiamo nessuna rivalità all’interno del girone almeno quest’anno. Anche in trasferta, se escludiamo in parte Castel di Sangro, e, in parte Gela, non siamo mai stati ostacolati, anzi, in alcuni campi il servizio d’ordine è stato praticamente inesistente
La cassa del gruppo: non ci sono cifre esaltanti ma comunque quando c’è stato da cacciare i soldi almeno i più stretti lo hanno fatto senza battere ciglio. Tutti i soldi non sono stati buttati, e, da oggi, la cassa rimarrà in parte a secco un po per finanziare la partita di oggi e per il dovuto rimborso di Euro 10 a testa per la trasferta di Gela. Comunque negli scorsi anni sotto questo aspetto eravamo più in difficoltà.
Le idee: infine, ultima ma non ultima, la creatività del gruppo, praticamente sotto lo zero: nessuna idea, nessuno spunto, niente fantasia, nessuna realizzazione particolare, nessuno ha nulla da proporre, mentre negli scorsi anni non è mai mancato chi proponeva idee originali, anche se, per lo più irrealizzabili. Forse proprio una eventuale e ritrovata creatività gioverebbe alla rinascita del gruppo: oltre ad una squadra che vince ed una buona politica mirata a riportare il pubblico al Flaminio al seguito della LODIGIANI CALCIO 1972

Stefano - Ultrà Lodigiani



Sottoculture, come conoscerle e come capirle 

Capitolo 4: i casuals 

Le bande appariscenti e violente di skinheads (e le loro derivazioni di curva: i bootboys) dominarono sulle tribune degli stadi inglesi fino alla fine degli anni 70 quando vennero soppiantate quasi del tutto da un nuovo stile, il primo nato direttamente sugli spalti: il casual. Questa vera e propria sottocultura nacque proprio in contrapposizione con l'immagine stereotipata del teppista calcistico rozzo, ignorante e poco intelligente che normalmente i media si erano creati. Non essere riconoscibili dalla polizia sia in casa che in trasferta e poter quindi agire indisturbati nelle proprie strategie di conquista del territorio avversario sono invece i motivi fondamentali della nascita del casual. Lo skin, con boots e jeans svarecchinati, o il tifoso con i colori della propria squadra erano modelli da cui distanziarsi il più possibile. L'obiettivo era quello di somigliare al "bravo ragazzo della porta accanto". I casual crearono uno stile da una parte elegante-chic (yuppies della working class) e dall'altra il più anonimo possibile. Stile anonimo solo in apparenza: in realtà dettagli particolari rendono riconoscibili i casuals a chi è dentro la scena. Soprattutto le marche dei propri vestiti assumono un ruolo determinante. Principalmente vengono scelti costosi capi d'abbigliamento sportivo di preferenza italiani (Fila, Ellesse, Fiorucci, Benetton, Sergio Tacchini) o francesi (Le Coq Sportif, Lacoste) ma anche inglesi (la immortale Fred Perry, Burberry, Aquascutum e soprattutto, vero e proprio simbolo casual, Pringle). Le mode sono in continuo sviluppo e spesso alcuni capi e marche nell'arco di poche settimane vengono abbandonate per nuove. Questo fenomeno, secondo molti esperti di stili di strada (ad esempio Ted Pohlhemus autore del libro Streetstyle definisce i casuals "i mods degli anni 80"), ha non poche analogie con quello mod dei primi anni 60: 1) indifferenza verso la massa omologata e conseguente voglia di distanziarsi il più possibile da questa; 2) utilizzazione di uno stile impeccabile ed accettabile d'apparire come arma d'esclusione, 3) sviluppo di codici d'abbigliamento, comportamento e attitudinali non avvertibili dalla massa, ma fortemente codificati all'interno della sottocultura. Il merito (o la responsabilità) della nascita di questo fenomeno può essere attribuita alle tifoserie di Liverpool e Manchester ed a quelle dell'Inghilterra settentrionale in genere. Lo sviluppo degli "scallies" (Liverpool), Perries o Fred Perry Boys (Manchester) sul finire degli anni 70 coincise con la grave crisi economica che investì le aree del nord. In seguito, la diffusione del fenomeno al sud lo pose all'attenzione dei media. In seguito ai gravi incidenti di Cambridge dove la firm locale, rigorosamente vestita con tute della Fila, sconvolse la cittadina universitaria alla caccia (preparata giorni prima con tattiche militaresche) dei tifosi del Chelsea, i media, e anche la polizia (di solito sempre in ritardo nell'individuare la nascita di qualsiasi fermento giovanile), scoprirono il fenomeno casual. Cominciarono così una serie di interventi delle forze dell'ordine per evitare gli incidenti che si stavano moltiplicando vertiginosamente, a cui rispondevano i casuals con codici di abbigliamento e comportamento sempre nuovi ed imprevedibili. Significativo il caso dei mezzi di trasporto utilizzati per le trasferte. Abbandonati i treni speciali per tifosi, i casuals si affidarono ai treni di linea (famosa l'Inter City Firm del West Ham) i quali divennero presto a loro volta impraticabili per gli intensificati controlli della polizia: come risposta si affittarono furgoncini, oppure mezzi propri, oppure sempre utilizzando i treni ma disorientando la polizia (ad esempio prendendo il treno all'alba , come i 6:57 Crew del Portsmouth, oppure facendo percorsi più lunghi). Il picco e l'inizio della parabola discendente del fenomeno casual inglese originale si ebbe nell'infame serata dell'Heysel, dopo la quale la polizia fu costretta ad impegnarsi seriamente nello sgominare il fenomeno infiltrando nelle bande più importanti poliziotti in borghese. Il fenomeno casual però non era morto: lo stile attecchì negli anni 90 tra nuove schiere di giovanissimi dei quartieri più degradati della Gran Bretagna. Questa volta lontani dagli stadi, ma sempre con la fissazione per il dettaglio e per il capo d'abbigliamento più oscuro e innovativo. Inoltre, come altre sottoculture nate in Inghilterra e poi diffusesi nel resto del globo, giovani hools tedeschi, olandesi e italiani verso la fine degli anni 80 si appropriarono della mentalità dello stile casual evolvendolo verso nuove direzioni (appropriandosi ad esempio di nuove marche come Diesel, Chevignon, Blue System, Barbour, Chipie, etc.).

 Giovanni - Ultrà Lodigiani


Tifosi ospiti: i Sangrini

Dinnanzi ai nostri occhi non ha bisogno di presentazioni la tifoseria sangrina, a noi legata da un forte rapporto di amicizia. una tifoseria che per molti versi è simile a noi e, che come noi, sta cercando di trovare gli stimoli giusti per continuare nonostante una situazione alquanto difficile. Il gruppo principale è il CUCN del Castel di Sangro, ormai istituzione del tifo sangrino e che non ha mai mollato nonostante i continui tracolli della squadra, ripescata come noi dall’inferno del CND. L’ala più giovane e particolarmente attiva del tifo sangrino è formata dai ragazzi dell’East Side, ai quali auguriamo una crescita rapida del loro gruppo, che può portare una autentica linfa vitale al tifo sangrino. Oltre a noi, i Sangrini hanno una amicizia con la tifoseria del Chievo Verona, che però non incontrano da alcune stagioni viste anche le diverse fortune avute dalle 2 squadre. Non si segnalano particolari rivalità, anche se molto sentito e acceso è il derby con la vicina Isernia, mentre in C1 la rivalità più forte era quella con gli Aquilani. Come tifoseria sono sempre stati apolitici, e ciò è da ammirare in un mondo ultrà dove in molti non riconoscono il confine tra lo stadio e la politica da piazza.


Trasferte flash

18/01/2004 Gela: l’amara trasferta in terra sicula vede arrivare 4 Ultrà Lodigiani, sicuramente una buona presenza considerata la distanza notevole. Onestamente buona la prova degli Ultras ed Indians Gela, anche se in poche unità fanno un buon tifo per tutta la partita, tra vari alti e bassi, ma comunque bene. Accendono alcune torce ad inizio gara. Indifferente il rapporto con noi.


Comunicazioni

- La prossima trasferta ci vedrà impegnati nella vicina Latina. Chiediamo la massima presenza a tutti i membri del gruppo visto che è una delle pochissime trasferte realmente alla portata di tutti. Ancora indubbio il mezzo con cui si partirà, ma garantiamo costi max intorno ai 2 / 3 Euro a testa, se non meno, a seconda della soluzione che adotteremo. Fate pervenire al direttivo le vostre adesioni.

- Si richiede, per l’ennesima volta, una maggiore puntualità nella effettiva realizzazione degli articoli.

- La prossima partita che si giocherà in casa sarà contro il Ragusa, sperando che si torni nuovamente agli anticipi del Sabato. - Visto un episodio strano accaduto sulla tifonet, chiediamo a chiunque legge questa fanzine, estreni ed interni al gruppo, di non pubblicare articoli sulla tifonet senza la preventiva (ma non scontata) autorizzazione del gruppo stesso.


Voce in Capitolo, fanzine non sponsorizzata e non a scopo di lucro e fotocopiata in proprio.


Voce in Capitolo numero 59 Chiusa il 23/01/2004 alle ore 19:15