"Voce in Capitolo"numero 57
Dieci persone che parlano fanno piu’ rumore di 10000 che
stanno in silenzio (Napoleone)
Il motto del perfetto Lodigianomane
Come sapete tutti, noi non abbiamo mai portato la politica nel nostro gruppo, anche se ognuno di noi, nel suo intimo ha una suo posizione politica (si Stefano, lo so, che ho cambiato idea…). Naturalmente, se non in casi eccezionali, essendo noi un gruppo di persone solari e molto burlone, non abbiamo litigato per la politica. Tutta questa premessa, per dirvi che il motto che userò in questo articolo, “ME NE FREGO”, non viene usato per fare pubblicità a tempi ormai passati (a Giorgio, come te piacerebbe vè?), ma perché questa frase secondo me, non è soltanto un motto politico, ma è un vero e proprio stile di vita. E utilizzando sempre frasi fatte, si dice “Essere ultrà per vivere”, e quindi questo motto, è valido anche dentro uno stadio. Poi, se proprio le vostri menti, sono molto (ma molto) chiuse, cambiate la frase e dite “Me ne fotto”…beh, fate come volete, la frase cambia ma il risultato è lo stesso! Allora, chiarito tutto, possiamo iniziare…
…mi ricordo, che dopo la nostra retrocessione in C2, scrissi in estate il manifesto del gruppo (che oggi compare anche sul sito), e usai come frase conclusiva “Me ne frego di chi ci snobba”. Rileggendo, il manifesto ho voluto continuare…come sanno, anche i non invischiati al massimo nel nostro ambiente, noi siamo persone molto particolari, gente strana che non si trova dappertutto (in effetti, non si sa, dà quale saga letteraria siamo usciti…). Ed è per questo, che ci interessiamo alla Lodigiani Calcio, perché se fossimo normali, molto probabilmente neanche avremmo saputo della nostra esistenza. Come detto nel precedente articolo, mi è piaciuta la risposta di quel ragazzo sul tram, perché ha impresso in pieno la spavalderia tipica dell’ultrà lodigianomane. Perché noi a ogni domanda, a ogni battuta, a ogni presunzione degli altri, abbiamo sempre risposto così: “Me ne frego!”. Rispondiamo così ogni volta, che qualcuno ci ride incontro quando parliamo di Lodigiani, rispondiamo così anche quando la nostra squadra retrocedeva, perché la nostra fede non conosceva categoria. Risponderemo sempre “Me ne frego” quando non arrivavamo in 20 nelle partite interne al Flaminio, perché preferiamo “10 convinti, che 1000 pecore”, rispondiamo così quando i giocatori non ci ringraziano, quando Mecozzi ci insultava, perché eravamo, siamo (e saremo) sempre noi la Lodigiani. “Me ne frego” lo grideremo in faccia a quelli che ci guardano sbigottiti, a tutti quei encefalitici che si chiedono se non abbiamo nient’altro da fare, e ce ne freghiamo anche quando la gente non capisce, quando ci sente parlare, quella strana dialettica. E per la felicità di tanti, oggi vado anche oltre, “Me ne frego” anche io che suoniamo il tamburo, stì cazzi che non c’avemo lo stile, io sono della Lodigiani me lo sbatto di andare a passo con i tempi. E ancora così, quando vedendo le foto non assomigliamo per niente ai super gruppi della serie A, saremo brutti, saremo piccoli fans, ma almeno siamo noi, siamo autentici, siamo veri e non gonfiati sulle pagine di Supertifo. Essere nella Lodigiani, tifare per due colori bistrattati, far parte di questa famiglia, deve essere felicità. Dobbiamo essere felici, di far parte di questo gruppo, perché siamo un’entità a parte, non solo nel mondo ultrà, ma nella società stessa. Se riusciamo a (ri)acquistare questa caratteristica, che trascende in tutti quelli che hanno creduto in questa causa, allora sì, che andremo orgogliosi di noi. Non voglio togliere spazio alla serietà e all’impegno, ma oltre a questi, l’ingrediente che fa nascere un perfetto lodigianomane, è la spavalderia classica capitolina…e se un giorno, speriamo lontanissimo, la nostra cara dirigenza volesse togliere i nostri colori, per sostituirli con quelli di una squadra nata su un campaccio di patate in mezzo ai palazzoni (beh, alla fine ce abito…)…noi sapremmo già come rispondere….
…ME NE FREGO DI CHI CI SNOBBA!
P.S. A Giorgio, se sa’ che stai a vomità!
Quirino - Ultrà Lodigiani
Vita da leader
Intervista a Massimo Pantanella, capo dei Warriors ‘84 Virtus Roma
Chi mastica il movimento ultras non può non conoscere Massimo Pantanella e suo fratello Clemente. Insieme hanno fatto diventare grande la curva della Virtus Roma e, tra gli ‘80 e i ’90 i Warriors Roma sono stati il miglior gruppo ultrà dell‘intero panorama cestistico italiano se non europeo. Un’intervista che dovrebbero leggere soprattutto i giovani, visto che Massimo, nel suo pensiero, ci mostra quanto sia importante credere in ciò che si fa e andare avanti anche quando i tempi cambiano.
- Cosa è cambiato nell'essere ultras dagli anni ottanta ad oggi secondo te?
R: oggi c'e' troppa repressione; per qualsiasi cosa sei fermato e te ne vai a casa, negli anni 80 esistevano i treni e cortei con un gruppo minimo di 100 persone pronto a darsi battaglia per le strade e per le piazze ,erano anche gli anni piu belli, gli anni in cui l'ultras era l'ultras.
- Cosa ha fatto scattare la scelta di tornare Warriors dopo anni che il gruppo mancava?
R: dopo che ci siamo sciolti non per nostro volere ma bensì per le 25 denunce che scattarono nel dopo Roma-Caserta cosi io e Clemente decidemmo di sciogliere il gruppo. Sono tornato perche' aveva voglia di riportare il grande tifo e la passione dei Warriors nel palaeur. Certo non e' facile per nessuno ritornare dopo tanti anni ma i fatti mi stanno dando ragione, sto ricostruendo cio che avevo lasciato 10 anni fa.
- I Pantanella ed i Warriors... come mai questi 2 nomi sono inscindibili e come è nato ufficialmente il mito dei gemelli?
R: avevamo 15 anni quando a Clemente venne l'idea di fondare i Warriors, poi di comune accordo creammo a Roma un gruppo storico per la quantità e la qualità riconosciuto anche negli ambienti ultras del calcio. I gemelli hanno sacrificato la loro vita aiutando i Warriors a crescere sia sotto la forma sociale che quella ultras,. cosi in giro per l'Italia quando andavamo tutti ci conoscevano.
- Quali sono le differenze principali tra te e tuo fratello nella gestione del gruppo?
R: Diciamo che tra me e Clemente ci sono tante differenze una tra tutte che e' cambiata la nostra mentalita'. Ma quando ci sono le partite della vita e gli odi storici, le nostre mentalita' si uniscono più che mai.
- Un episodio leggendario è quello del tuo sequestro a Venezia...ti va di raccontarci di più?
R: In quell'occasione andammo in 50 a Venezia ma arrivammo la solamente in una 30na in quanto gli altri non avevano il biglietto del treno. Appena scesi dalla stazione i soliti cori e poi ci dirigemmo all'arsenale di Venezia. In quell'occasione i carabinieri non ci videro di buon occhio e cosi nacquero dei tafferugli. Mi portarono via con la forza dandomi calci e manganellate a quel punto tutti i Warriors si gettarono contro le forze dell'ordine ma malgrado cio' rimasi dentro il cellulare per 5 ore. solamente l'intervento di una persona importante ha evitato il peggio.
- Cosa vuol dire per voi avere un forte legame di amicizia coi Napoletani quando le due città calcisticamente si odiano? Ciò vi ha mai creato problemi?
R: con Napoli e' un amore fraterno che dura da oltre 20 anni. Ce la siamo vista brutta 10 anni fa a Napoli quando vennero i Fedayn del Napoli calcio in occasione di Napoli - Caserta di basket con Massimo o'Bandito in prima linea. Si creo' una grande tensione tra noi Warriors e i Fedayn. Ci fu una gesto bellissimo dei ragazzi del Gruppo Rock che si misero dalla nostra parte e poi mentre il Bandito mi chiedeva chi ero entrarono i Casertani al grido “Pantanella nelle mani ti vorrei”. Quando gli risposi che ero io Pantanella mi strette la mano. Tra questi due gruppi c'è un grande amore che lo stiamo portando avanti da oltre 20 anni.
- Roma e Caserta di basket da anni non si incontrano...ma ancora sentite forte questa rivalità?
R: ci siamo incontrati la settimana scorsa a Pesaro in occasione di Falco Pesaro-Caserta di B1. L'odio e' ancora fortissimo perche’ come siamo entrati i Casertani c’hanno immediatamente insultato e minacciati. Per poco non ne nasceva una rissa furibonda. Anche l'anno scorso a Rieti successero cose simili ma quella volta ci fu un agguato di circa 100 Casertani contro il pullman dei Reatini che c'avevano ospitato. E' un odio che non morirà mai.
- altra rivalità storica: Livorno: come è nata e quando?
R: Livorno nacque negli anni ‘80 quando a Livorno furono feriti tre ragazzi dei Warriors e arrestati due ragazzi; in quell’occasione ci trovammo tutto il porto di fronte.
- I Warriors sono stati per anni il miglior gruppo del basket italiano e forse europeo...a cosa è stato dovuto il vostro successo?
R: al fatto che sia io che Clemente abbiamo trattato i ragazzi come se fossero parte della nostra vita, intrigando tutte le leve possibili e immaginabili e questo ha fatto si che questo gruppo di anno in anno aumentasse vertiginosamente. Abbiamo iniziato che eravamo 50 e siamo arrivati fino a 700 ragazzi in curva.
- Quali sono le difficoltà che maggiormente incontri nel gestire il gruppo Warriors? Cosa è migliorato e cosa è peggiorato nel gruppo rispetto ai vostri anni migliori?
R: gestire il gruppo ora e' molto più difficile di allora anche perche la mentalita' e' cambiata, e' cambiato lo stile di vita. E' peggiorato con il fatto della repressione ed e' migliorato perche' ora vedi questo gruppo come parte importantissima della tua vita.
- C'è repressione attualmente nei palazzetti?
R: si molta e domenica ce ne siamo accorti di persona. Siamo stati allontanati dal palasport e da Pesaro senza aver fatto nulla.
- Un pensiero sul nostro gruppo, gli ultrà Lodigiani, cosa ne pensate?
R: secondo me gli Ultrà Lodigiani ancora possono fare di più, mi sono piaciuti quando sono venuto per i play out ed ho visto un bel gruppo 50 ragazzi uniti nel colore e nel calore. Poi il fatto che facciate tutte le trasferte in pochi o in tanti rende onore ai ragazzi ultra’ Lodigiani. Vi auguro una promozione in serie C1 al piu presto.
- Infine spazio finale per un commento libero e i saluti
R: ringrazio Stefano e lo spazio concessomi. Nel libro che stiamo facendo c'e' anche un po di Ultrà Lodigiani in quanto abbiamo parlato delle amicizie e abbiamo elencato anche il vostro gruppo. Un saluto a cerveteri e a quei ragazzi del gruppo che seguono il basket in curva con noi.
Grazie Massimo, grande!
Stefano - Ultrà Lodigiani
I tifosi del girone...nella rete!
Nell'ultimo articolo che ho fatto ho analizzato più o meno dettagliatamente il nostro sito Internet, adesso passo a quelli dei gruppi ultras del nostro girone; premettiamo che attualmente ormai il sito Internet per una tifoseria è molto importante, anche se non fondamentale, in modo particolare per permettere ad altri di conoscere, di apprezzare, di criticare...insomma di poter seguire quella tifoseria: quindi l'importanza di un sito Internet è considerevole e ho pensato di visitare i siti dei gruppi delle squadre del nostro girone. Mi sono fatto una trafila interessante ma un pò faticosa dei siti segnalati nella pagina del nostro sito riguardante le tifoserie nostre avversarie, è stata una bella esperienza sulla rete e se magari qualche sito merita di essere visto ve lo consiglierò. Partiamo. Il primo sito visitato è quello degli Ultras Brindisi-Fidelitas Brvndvsina, è un gran bel sito e di una tifoseria eccellente: i Brindisini hanno sicuramente una squadra da categoria superiore, sono una curva grande e fedele...e hanno un sito molto bello; spiccano soprattutto delle particolarità veramente notevoli in quanto è possibile ascoltare la radiocronaca delle partite del Brindisi, ci sono non solo i cori ma addirittura i video da scaricare, è possibile acquistare il loro materiale direttamente su Internet. Naturalmente non mancano le foto, gli speciali e le notizie, ma la critica che mi permetto di fare ad un ottimo sito è che forse non si sente un'atmosfera intima e amichevole direi che c'è nel nostro sito. Comunque il sito dei brindisini è molto bello e ricco e merita di sicuro un giudizio estremamente positivo anche solo per le sue sezioni più particolari. Per quanto riguarda il sito dei tifosi del Castel di Sangro non ce n'è uno ufficiale e in mancanza ho visitato uno molto amatoriale e non di gruppi ultras; non è affatto bello, privo del minimo necessario e con solo qualche foto...tocca aspettare quello ufficiale dei CUCN, con i quali siamo molto amici. Sempre di tipo amatoriale ma decisamente carino il sito Forzacavese.net dei tifosi campani: il sito non è ufficiale e a quanto pare nessuno dei vari gruppi della Cavese ne ha uno, ma comunque questo è ben giocato nei colori, con molte foto, varie notizie e una sezione corrispondente alla nostra Rassegna Stampa; il sito è curato da due ragazzi, tuttavia mancano tutti i riferimenti agli ultras cavesi e un pò di storia del tifo, vecchia e attuale. Sicuramente professionale e molto ben curato è il sito Internet della Brigata Fidelis, gruppo guida della curva della Fidelis Andria: molto accattivante la grafica e lo sfondo azzurro con un leone come simbolo. La home page è più che altro dedicata alle notizie e alle statistiche sulla squadra, mentre poi si può accedere alle altre pagine, quali quella del materiale, delle foto e dei download. Il sito è, come detto, interessante e ben fatto e organizzato, forse lascia a desiderare una mancanza di racconti, storie e ricordi che sono importanti; forse magari non li ho visti, e forse è proprio così ( ah dimenticavo che è possibile leggere il giornalino dei tifosi...una cosa positiva.). Gli Über Alles hanno un sito che, anche se forse non è il migliore tra quelli visti, andrebbe visitato: bella l’entrata all’interno del sito, dopo una sfumatura ecco su campo rigorosamente nero il simbolo molto aggressivo del gruppo con sotto la frase “ci vediamo nella mischia”. Bellissimo l’accompagnamento musicale con una musica tipica irlandese-celtica, mentre invece nelle altre pagine sarà assente. Nella home page, sempre tutto con sfondo nero e scritte gialle, si sente il fattore politica ma è molto suggestivo; oltre al muro dei tifosi
( presente in quasi tutti i siti che ho visitato), oltre a link, foto e pagine sui gemellaggi, da notare la pagina sulla tradizione e la spiegazione della ormai lunga storia del gruppo frusinate. Il sito mi ha lasciato un’ottima impressione, forse è un po’ piccolino e potrebbe starci ancora qualcos’altro…ma comunque lo stile,la grafica e la musica sono di grande stile. Sotto costruzione e quindi ancora molto incompleto il sito del gruppo degli Ultras Giugliano, oggi ospiti qui al Flaminio; per ora quello che posso dire è che c’è uno sfondo abbastanza carino. Non è il sito proprio ufficiale ma poco ci manca, quello di un tifoso molisano dell’Isernia: il suo gruppo è quello dei Cherokee, se non mi sbaglio. Dunque si può considerare il sito dei Cherokee dell’Isernia: onestamente è un sito a cui do un giudizio buono,si sente la passione e l’attaccamento verso la squadra anche se in grafica è un po’ carente; l’importante comunque è che ci si sente la cura dietro. Interessanti e ben spiegati i vecchi ricordi, le storie, il materiale. Circa i siti del Latina, ho visto sia quello della Brigata Littoria, che non mi è piaciuto per niente, sia quello del Gruppo Sabaudia, che invece sebbene sia un gruppo minore è sufficientemente dettagliato e curato: da leggere tutto di un fiato tra le varie pagine e sezioni del sito il racconto della storia del gruppo datato 1987. Brutto e molto povero il sito non ufficiale dei tifosi melfitani, con nome Ultras, cosa molto strana visto che il gruppo del Melfi è quello degli Ultrà, forse questo è fatto così per divertimento: negative tra le poche cose le offese ai rivali poste subito in home page. Con una bella grafica e un buon numero di sezioni a cui accedere c’è il sito dei South Warriors della Nocerina: sfondo nero con inserti rossi e un po’ di banner ( simpatici anche se forse troppo offensivi, tipo Bart che scrive con la bomboletta spray “Salerno merda”!); non mancano le parti riguardanti la storia, carina quella del materiale. Forzanocerina.it non è male ma non è un sito ufficiale ma un semplice sito per tifosi della Nocerina…oltre alle varie cose interessante la pagina con le foto dei derby caldi. In mancanza di un sito di un gruppo del Ragusa bisogna accontentarsi di un sito non ufficiale, per semplici tifosi e appassionati della squadra siciliana; non ha cose particolari e solo un breve, insufficiente accenno alla curva iblea. Il nostro percorso si è chiuso qui, le altre squadre non citate non hanno alcun sito internet di tifosi. Come verdetto c’è che il nostro sito è di sicuro tra i migliori, e tra questi, oltre a quello degli Ultras Brindisi e a quello della Brigata Fidelis, spicca l’ottimo sito degli Über Alles del Frosinone,che è stato quello che più mi ha impressionato.
Pietro-Ultrà Lodigiani
Aranycsapat
Spero mi perdonerete ma leggendo quest'articolo avevo la pelle d'oca e penso che ogni amatore di calcio debba sapere cosa era l' “ARANYCSAPAT” ricordato e venerato ancora oggi in Ungheria. Per rendervi l'idea: mio padre da bambino attaccato alla radio ha ascoltato le partite. Poi diventato padre mi ha inculcato questo amore infinito per questa squadra che avrò
visto si e no due volte nella vita su filmati vecchissimi. Ma basta un articolo per farmi tornare indietro di 50 anni per soffrire e piangere con il cuore per quella finale sciagurata persa con una squadra già
battuta in una delle prime partite di quei mondiali.
Ringrazio il Signor Beccantini non solo per aver ricordato questa splendida squadra ma anche per aver ricordato l'episodio increscioso che ci ha privati del nostro unico primato mondiale causa doping dei tedeschi e che sempre più
spesso viene oggi tralasciato.
Dallo “Specchio” del 13/dicembre:
Ma ve la ricordate la Grande Ungheria?
Mezzo secolo fa umiliò a WEMBLEY la nazionale inglese. Una squadra di rara bellezza, cui i giornali di Sua Maestà rendono ancora omaggio.
E' una traccia che porta addirittura a mezzo secolo fa, al 25 novembre 1953. E la “cosa” (la partita, cioè) era un amichevole celebrativa. Inghilterra-Ungheria. Ufficiale e storico, meglio ancora : leggendario, diventò
il risultato: 3 a 6. Mai i maestri inglesi avevano perso in casa. Mai. Fu, quella, la prima volta. E quell'Ungheria, una delle Nazionali più belle di sempre. Così bella, così forte, che perfino i giornali di Sua Maestà
hanno privilegiato l'incanto della ricorrenza all'umiliazione dello scarto, riesumandone le dolorose ceneri.
ELEGANZA E STILE
La Grande Ungheria. Scuola danubiana, fondata sull'estetica, con il muscolo, allora si poteva, ridotto a mero strumento. I magiari erano orafi scrupolosi e fantasiosi, il loro stile, vincente ma non vittorioso, caratterizzò un'epoca. L'Ungheria di Wembley discendeva dalla Honvéd, la squadra dell'esercito. Il suo C.T. non era un giornalista come Vittorio Pozzo, ma un ministro, Gusztáv Sebes. E poi loro Puská
s, Bozsik, Kocsis, Czibor, un quartetto felicemente assortito che giocava a memoria. Fra i rari esclusivi „invitati” Nándor Hidegkuti: il calcio gli deve l'invenzione del centravanti arretrato. Quell'Ungheria fu capace, dal 1950 al 1954, di infilare una striscia di 31 partite utili consecutive, con 28 vittorie e 3 pareggi, 142 gol all'attivo e 28 subiti.
L'avevano ribattezzata “ARANYCSAPAT” , squadra d'oro. Prima di bacchettare gli inglesi si era presa l'Olimpiade di Helsinki. Subito dopo, si vide sfilare il titolo mondiale dai tedeschi di Fritz Walter, molti dei quali accusarono una forma di epatite talmente sospetta da rendere plausibile l'uso di sostanza dopanti, forse il primo caso della storia. Ferenc Puskás, il colonello. Segnò due gol, quel mercoledì di novembre, e in centomila scattarono sull'attenti. Il suo sinistro non si sarebbe arreso neppure ai carri armati sovietici del 1956.
Infatti, scappò a Madrid, dove finì la carriera di calciatore vincendo tutto con Di Stefano ed altri maestri del calcio.
Tomi - Ultrà Lodigiani
Il sangue dei vinti
In questi giorni in cui la vita politica ,ma anche quella personale di moltissima gente comune, viene “movimentata” dalle dichiarazioni di Gianfranco Fini in visita in Israele circa il Fascismo e la Repubblica Sociale Italiana , non mi dilungo nemmeno nel commentarle,non è quello lo scopo del mio articolo,non ritengo nemmeno valga la pena commentarle,vi è una novità che realmente segna una svolta nella cultura italiana: parlo del libro “Il Sangue Dei Vinti”
di Gianpaolo Pansa,personaggio serissimo e, cosa ben più rimarchevole vista l'opera trattata, di certo non classificabile come fascista irriducibile , ma da sempre antifascista.
Lungi da me fare politica o retorica semplicemente mi è sembrato importante parlare di questo libro e di ciò che rappresenta.
Il libro narra le vicende accadute nel nord-Italia dopo il venticinque Aprile che coinvolsero partigiani,alleati e combattenti repubblicani.
Vengono narrate con cruda realtà le violenze,le atrocità,le uccisioni che vennero perpetrate dai partigiani nei confronti dei militi,e dei combattenti della GNR.
Al di là del contenuto ,peraltro rimarchevole del libro, il mio plauso va all'autore per aver avuto il “coraggio” di affrontare temi spinosi in un determinato contesto politico e culturale e di aver saputo affrontare dei temi che finora in pochi avevano affrontato attirandosi addosso gli strali e la qualifica di revisionisti antistorici.
Spero che in un futuro prossimo,esauritosi il clamore suscitato dalle dichiarazioni di Fini ,si possa riuscire a dare il giusto peso a questo libro anche nelle cosiddette pagine della cultura che finora vegetano tra barzellette e cazzate varie, e che lo stesso autore possa riuscire ad ottenere il giusto riconoscimento per il suo lavoro.
Un consiglio anche per voi miei cari sbabbari uomini di inaudita viulenza, lasciate la clava da parte e fate una cosa fatta bene:compratevelo o almeno leggetevelo.
Vabbè ora che vi ho ammorbato col pippone culturale-letterario vi lascio nella speranza che la Lodigiani si trasformi in araba fenice e risorga dalle sue ceneri oggi contro Giugliano!
Stukas - Ultrà Lodigiani
Sottoculture, come conoscerle e come capirle
Capitolo 3 :il modernismo
Durante la metà degli anni '50 ci fu un serio spacco generazionale tra i teenager ed i loro genitori. Per la prima volta i ragazzi sentirono di avere il diritto e l'abilità di cambiare le cose. Erano stanchi di essere trattati come bambini dovendosi immediatamente comportare da adulti quando hanno cominciato a far parte della forza lavoro o dell'esercito. I giovani si resero conto che la classe sociale era troppo strutturata e loro potevano essere in grado di cambiarla rendendola diversa da quella dei loro genitori. Il giovane popolo non credeva di dover percorrere la stessa strada dei propri genitori o dei propri nonni anche se questo sistema andava avanti nei secoli.Questi anni dell'adolescenza si stavano ribellando contro la convenzione in ogni maniera possibile. Volevano essere diversi da ogni altro. Ecco perchè loro erano Mod(s). Verso la fine degli anni 50 l' Inghilterra ancora non si era ripresa completamente dai problemi economici causati dalla seconda guerra mondiale, ma vennero a crearsi in molti campi numerosi posti di lavoro. Con la carenza di manodopera causata da tantissimi incidenti di guerra e con la ricostruzione veloce del sistema economico, gli adolescenti urbani sono stati necessari per l'impiego di nuova forza lavoro. I ragazzi trovano soprattutto impieghi di ufficio e nelle divisioni postali, le ragazze come dattilografe o nei grandi magazzini al dettaglio.
Avere un lavoro ha significato per il Mod disporre di un costante reddito disponibile. Il Mod era molto sociale ed ha sempre avuto il desiderio di mostrare la propria identità distinta dalle altre per mezzo di vestiti e trasporto.Spendevano centinaia di sterline per i loro scooters e per seguire lo stile Teddy Boy a cui erano appassionati. Questo stile era molto particolare anche se non è durato a lungo. Lo stile Teddy Boy era un misto tra il gangster dell'East End, e l' omosessuale e l'Edwardian del West End. I Teddy Boys hanno portato cappotti con rivestimenti di velluto, i pantaloni peg-top e scarpe di gomma. Hanno avuti tagli longish dei capelli, lasciati cadere sopra le loro facce.
Le ragazze hanno portato gonne scure o plaid sopra le ginocchia, con i maglioni a collo alto.
Lo stile dei capelli più popolare era chioma lunga e dritta.Anche se la moda giocava una parte importante nella vita del Teddy Boy, non era altro che uno stile seguito per rivelare la sua Modlife. A giudizio del popolo il Teddy Boy era "un mostro aggressivo, violento, selvaggio che masticava chewin-gum, stirava i capelli con grasso per capelli lisci e che andava in giro con un' ampia varietà di armamenti mortali come lamette e catene della bicicletta. I Teddy Boys combattevano in gruppi, minacciavano le signore anziane e seducevano ragazze.
I Mods hanno dovuto creare un nuovo stile innovativo per i tempi che correvano negli anni '60. Parte di essere un MOD doveva essere il nuovo; apparire nel modo migliore e più originale possibile per il momento. Il Mod ha sempre desiderato sembrare differente ed essere riconosciuto per la sua moda di elite e senso dello stile. Il nuovo stile che i Mods crearono fu chiamato College Boy or Ticket. Lo stile College Boy era molto semplice e classy e versioni di esso ancora oggi si portano molto. I College Boys hanno portato capelli corti da squadra, pantaloni adeguati, Fred Perry da tennis, parka militari, scarpe dalla pelle scamosciata e trucco chiaro. La camicia Fred Perry è ancora molto popolare oggi tra i Rudies, gli skinheads ed il revivalist Mods. È una camicia di base da tennis chiamata dopo Fred Perry, un vincitore di 11 campionati di Wimbeldon negli anni '30. Le camicie mettono in mostra una corona dorata dell' alloro sul seno. Lo stile College Boy è stato considerato uno stile molto italiano che è andato bene anche con i propri scooters. Il biglietto era sinonimo di originalità per le ragazze. Le ragazze che hanno creato questo stile hanno portato vestiti normali, i pantaloni e le camicie degli uomini e non usavano trucco. Lo stile preferito dei capelli era una versione estrema dello "shingle cut" degli anni 20 con capelli alzati sulla nuca del collo. Le sopracciglia rasate. Questo stile era semplice e può ancora essere visto oggi, ma era molto risqué per il tempo. Anche se il biglietto era pricipalmente uno stile per le ragazze, i ragazzi hanno messo in
mostra dei vestiti simili che consistono in abiti semplificati e un hair-cut francese con la riga. Questo periodo per il Modismo era il più notevole ed emozionante.
Finalmente i media cominciarono a capire realmente che cosa stava succedendo alla gioventù. Dappertutto, camminando per Londra, si potevano incontrare molti Mods guidare i loro scooters o ballare nei nightclubs musica ska tutta la notte. Brighton ha visto molti scontri tra "Mods e Rockers" durante la Bank Holyday. Invadevano la riviera per feste nei clubs e battaglie sulla spiaggia. Dopo che una lunga lotta durante la quale i Mods usarono piccoli martelli e i rockers sedie a sdraio, la battaglia continuò per strada con atti vandalici nei negozi. Le ragazze Mods parteciparono alla battaglia con entusiasmo mentre quelle dei Rockers si sedettero appena intorno alle moto dei loro ragazzi guardando. Durante gli anni 1963-1964 Mods e Rockers sono diventati famosi per aver dato vita ad una esplosione della forza giovanile in parecchie parti di Europa. Dal 1968 tutte le battaglie furono combattute e la cultura MOD sbiadì. Il Modernismo aveva ora 20 anni ed era cominciata una nuova era. Anche se la cultura principale è morta, ci saranno ancora molti estimatori che apprezzeranno e comprenderanno il Modernismo. Negli anni 70, con bands come gli Who ed i Jam di Paul Weller che divennero incredibilmente popolari, gli scooters non caddero in disuso e l'intero stile MOD classico tornò molto di moda tra i giovani. Gli adolescenti dell'epoca non hanno dovuto riprendere gli stessi generi di rivendicazioni nei confronti degli adulti che i Mods originali han dovuto affrontare, perché la cultura giovanile era oramai un dato di fatto. Poiché i nuovi Mods non hanno vissuto le lotte che quelli prima di loro hanno fatto, erano calati in un Modism strettamente fashion. Per la maggior parte questi Revivalist Mods erano kids che non potevano realmente fare riferimento alla subcoltura del punk. Eppure, punk-rock band come i Clash mantennero le loro radici nella Brighton Mod con canzoni come 'Rudie can't fail" e "The guns of Brixton", riferimenti alla cultura Mod. Ancora una volta uno degli stili musicali favoriti degli Absolute Beginners degli anni 50, lo ska, diventa popolare. Bands come gli Specials ed i Selecter erano richiestissime in molti club in tutta l'Inghilterra. I loro tempi upbeat con un' enfasi sul back-beat erano molto popolari. La gente ha goduto questa miscela danzabile di musica pop giamaicana e punk. La maggior parte delle bands ska di questo tempo facevano parte dell'etichetta 2-Tone. La 2-Tone fu la primissima etichetta completamente ska al mondo. La seconda ondata Mods abbraccia lo stile Edwardiano dei vestiti che gli Absolute Beginners avevano portato. I vestiti di velluto con i grandi risvolti sono ancora abbastanza alla moda. I vestiti che i revivalisti degli anni 70 hanno portato avevano colori luminosi ed andavano bene con le loro Doctor Martin. Entro il 1981 gli anni dell'adolescenza erano passati ed i mods non si attenevano più alle regole iniziali. La loro scena era cambiata completamente ed erano già proiettati verso quella che fu la terza ondata mod.
La terza ondata MOD sta continuando ora. Non abbiamo precisi parametri per giudicare cosa è esattamente. Per la maggior parte gli anni 90 la cultura MOD gira intorno al gruppo brit-pop "Blur", come ai gruppi della terza ondata ska come i "Mighty Mighty Bosstones", "The Pietasters" ed i "Toasters" che suonano tutti gli stili differenti dello ska. I vestiti per la terza ondata Mods sono vestiti scuri per i ragazzi e mini-maglie e maglioni per le ragazze. Di solito, la nuova cultura mod è limitata a speciali occasioni quando i Mods si vestono per assistere a spettacoli ska. Lo Scooters è ancora popolare, tuttavia, i modelli più nuovi e più veloci sono preferiti poiché la loro affidabilità sorpassa notevolmente quella dei loro storici parenti sicuramente più stilish.
Giovanni - Ultrà Lodigiani
Tifosi ospiti: i Giuglianesi
I gruppi del Giugliano non sono tra i più conosciuti del panorama ultras nazionale, e il loro seguito è un po troppo dipendente dall’andamento della squadra, deludentissimi quando vennero a Roma alla terza di campionato in appena 3 unità. Quest’anno sicuramente stanno garantendo una presenza più costante e soprattutto dei numeri molto più alti del solito in trasferta, anche oggi li attendiamo in un discreto numero. Gruppo principale è Brigate Boys, nato dala fusione degli omonimi gruppi anni fa. Gemellaggio forte con i Gelesi, mentre le rivalità soprattutto a livello regionale, spiccano Palmese, Pozzuoli e
Cavese.
Trasferte flash
14/12/2003 Cava dei Tirreni. Ultrà Lodigiani presenti in 5 unità arrivate con un’auto. I cavesi offrono un ottimo spettacolo sugli spalti, pur con la curva non piena incitano a gran voce e senza sosta la loro squadra. Non espongono gli striscioni dei gruppi in segno di protesta per la costante repressione attuata nei loro confronti.
Comunicazioni
- Se tutto andrà bene la prossima partita sarà in trasferta in data 6 Gennaio, la partita sarà di Martedì. Nelle prossime due domeniche quindi ci sarà la sosta della serie C e degli altri campionati. Chi vuole venire a Palma Campania contro la capolista può contattare i responsabili del nostro gruppo.
-La trasferta di Gela in aereo è già prenotata, ma se qualcuno vuole aggiungersi a noi lo deve fare assolutamente al più presto, onde evitare tariffe spropositate.
- Ringraziamo Massimo Pantanella per questa intervista. Ricordiamo ed invitiamo, cogliamo l’occasione, tutti i ragazzi del gruppo a sostenere ogni qualvolta capiti la nostra squadra di Basket al palaeur.
- Buone feste a tutti quei pochi che ancora credono nella Lodigiani ma soprattutto nel nostro gruppo.
Voce in Capitolo, fanzine non sponsorizzata e non a scopo di lucro e fotocopiata in proprio.
Voce in Capitolo numero 57
Chiusa il 18/12/2003 alle ore 22:49