Lodigiani, «Teste matte» per uno striscione rubato
di MARGHERITA d’AMICO
Sono probabilmente la tifoseria più coraggiosa e fedele d'Italia: in casa raggiungono il numero di cinquanta, ma quando vengono anche i familiari dei giocatori e i pulcini con genitori al seguito si può arrivare al
doppio. In trasferta, scortati di prassi dalle forze dell'ordine,
sono senza possibilità di errore due. I loro sogni tuttavia non sbiadiscono, rimangono tinti di bianco e rosso. Così è la maglia della Lodigiani, terza squadra di Roma retrocessa l'anno scorso in C2 e attualmente al terzultimo posto in campionato. Il
capo degli irriducibili si chiama Alessandro, detto Cerveteri perché è dall'81 che vive fuori città. Ha 29 anni, lavora come aiuto cuoco in un albergo a cinque stelle e segue la sua squadra dal
'92, l'anno dei play-off, quando sugli spalti erano cinquemila ma alla fine in Serie B ci salì la Salernitana. Mano sul cuore, Cerveteri non se la sente di dichiararsi soddisfatto dell'andamento delle cose. Né nei confronti della società, né rispetto al rendimento in campo.
In trasferta Cerveteri, che non ne perde una, va alternativamente con gli amici Lorenzo e
Stefano. In genere quando può uno non può l'altro, però il quorum di due viene sempre
raggiunto. E qualche volta arriva la gratifica. Come qualche settimana fa dopo una vittoria 1 a 0 contro il Gela: a fine partita, l'intera Lodigiani si è portata nel settore dei suoi sostenitori. Cerveteri ha lanciato la sciarpa, Lorenzo la bandiera, ed è stata festa grande.
Oggi si chiamano Teste Matte, fino a qualche anno fa il loro nome era Official Fans. Prima che i tifosi dell'Acireale rubassero lo striscione con la scritta attraverso l'inganno. Quella volta Cerveteri era partito con
Stefano, e racconta che arrivati appunto ad Acireale furono invitati a mangiare e bere in letizia dalla tifoseria avversaria. Si creò un clima di confidenza, tale da non indurre i nostri a dubitare della buona fede degli altri, nemmeno quando la Lodigiani inflisse una sconfitta, sempre 1 a 0, ai padroni di casa. Fu a quel punto che quelli dell'Acireale, debitamente incupiti, vennero a prendersi senza complimenti lo striscione. Erano un centinaio;
Cerveteri e Stefano, al solito, in due, così Official Fans traslocò.
Per la verità Cerveteri è anche romanista, ma in seconda battuta. All'Olimpico ad esempio non va quasi mai, benché al Flaminio la Lodigiani giochi di sabato. E in trasferta nel dubbio sceglie di seguire la seconda, perché, spiega, almeno lì si è calcolati. Nel senso di apprezzati: i giocatori di una grande squadra sono distratti da mille fisime e pensieri. Di quelli della Lodigiani, che incontra agli allenamenti alla Borghesiana, Cerveteri ha il numero di cellulare, a volte passa a salutarli in albergo. Tutt'altra musica insomma.
Ma oggi il capo-tifoso ha un appello da lanciare ai compagni d'avventura, di cui ci facciamo ambasciatori: «Ragazzi, manca un pugno di settimane alla fine, tocca stringere. Almeno in casa venite allo stadio. In trasferta se proprio non potete, pazienza; a portare lo striscione comunque ci penso io».
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