"Voce in Capitolo"numero 45

 

Dieci persone che parlano fanno piu’ rumore di 10000 che stanno in silenzio (Napoleone)

 


Romanità


Qualche giorno fa, è avvenuto a Roma un terribile omicidio. Un omicidio che ha colpito un po’ tutti, vuoi per la sua atrocità, vuoi perché è stato un atto senza senso alcuno. Personalmente mi ha colpito, oltre che per questi motivi, anche per altri. In questo omicidio, ho ritrovato lo spaccato di questa società, che velocemente sta scivolando verso il baratro, senza via di uscita.
Sicuramente questo inizio, ha poco a che fare con il titolo dell’articolo, ma esiste nella mia testa un filo logico che lega questi due argomenti. Avevo già scritto questo articolo, e lo avrei spedito a giorni a Stefano. Poi questo triste fatto, mi ha fatto ragionare ancor di più. L’omicidio è avvenuto a Roma, nella mia città, nella mi periferia, e naturalmente i giornali non hanno sicuramente aspettato a ricamare. Certamente condanno quelli che hanno compiuto l’omicidio, ci mancherebbe altro, ma sicuramente non mi ha fatto piacere sentire i telegiornali parlare di belve di periferia. Pare che l’informazione, e il mondo esterno si ricordino di Roma periferica solo quando accade l’irreparabile, e non si rendono conto che il disagio, e tutto quello che c’è dentro ai nostri quartieri simili a ghetti, esiste da anni, e non smetterà mai di vivere. Quando si parla della capitale, la gente normale accomuna questo nome ai monumenti, alla grandezza della sto ria di questa città. Si d’accordo, Roma è la città eterna, capitale adesso dell’Italia e una delle più grandi città della nuova Europa, e ieri la capitale del più grande impero che la storia ci abbia lasciato. Ma quando mi parlano di Roma, io non penso al Colosseo, ai Fori Imperiali, penso alla mia Roma quella in cui vivo sette giorni su sette, 365 giorni all’anno. La periferia è tutt’altra cosa in confronto al centro di Roma, e se mi è concesso preferisco nonostante tutto la prima, perché la sento mia, perché è la parte viva, vera di questa città. E non mi importa se le persone che ci abitano non faranno mai parte di un libro di storia, e non verranno mai ricordate come eroi. Mi vanto di essere nato in questa parte di città, e se un giorno avrò la fortuna di andarmene di qui, sicuramente mi rimarrà tutto sempre nel cuore, le cose belle e le cose brutte. La nostra e la mia vita, oscilla tra le borgate, tra le comitive, e le scuole simili a carceri di massima sicurezza. Roma e il suo popolo, quello dei merca ti della mattina, delle bische e dei pomeriggi passati dentro un bar a leggere il Corriere dello Sport, e parlare estati intere di calcio mercato sperando in un sogno, per svagare da questa realtà. Si, perché noi tutti sogniamo di evadere, c’è chi riesce, chi ci ha provato, chi invece rimane impassibile in attesa del futuro. Ci sono quelli che non vedrai mai più, o perché stanno al fresco, oppure si sono spenti dentro una maledetta macchina. Il paesaggio della mia Roma, non gli imponenti musei, non i ministeri, ma i palazzi alti nove piani, l’asfalto grigio che fuma, con il traffico perenne. Ci sono le mode, l’aggregazione, in questa triste periferia, anche un muretto o un pantalone di marca, può diventare motivo di eversione. Chi per evadere si è perso nella neve, ed è molto difficile che li ritroverai. Le leggende, un esempio su tutti il Gobbo del Quarticciolo. Quelli che vanno a lavorare la notte per tornare la mattina, e quelli che stanno a casa a grattarsi le palle. I mezzi pubblici pieni di gente, sia d’estate che di inverno, le discoteche piene di mocciosi, via Tuscolana o i centri commerciali dove vai a buttare i tuoi pomeriggi. Gli amici di scuola, i campetti polverosi di periferia dove ogni domenica centinaia di ragazzi inseguono sogni, le zoccole che cerchi di scoparti per vantartene nel quartiere. La mia Roma è questo, e tante altre cose, che magari adesso davanti a questo computer mi sfuggono della testa. 
Credo comunque di aver reso l’idea, e soprattutto che nei nostri grigi quartieri, i problemi ci sono sempre, non solo quando un fottuto giornalista vuole fare le inchieste, e allarmare chi non vive in questa fogna, su come vanno le cose. I politici, invece di venire a fare i comizi nei parchi, costringendo l’AMA a pulire le strada non solo quando viene D’Alema, pensassero a risolvere questi problemi, a offrire più servizi sociali per i quartieri, regalando alla gente che ci vive spazi dove esprimersi dove confrontarsi, dove crescere. Così che la gente non sia costretta a rinchiudersi davanti a un televisore, o a cercare in una discoteca il confronto di una vita. Ma nessuno se ne interessa, fra un mese nessuno parlerà più delle periferie romane. Intanto io, e tanti, andiamo orgogliosi delle nostre origini, magari non nobili e né borghesi, sicuramente borgatare e coatte…


IL CIELO SOPRA ROMA CHE NON SMETTE MAI DI VIVERE!



Quirino - Ultrà Lodigiani


Momenti indimenticabili


Parte di questo spazio, ormai una specie di editoriale, è dedicato ad un episodio che pochi sanno, che di diritto entra nella storia degli Ultrà Lodigiani e, forse, di diritto, nella storia del movimento ultrà, visto che per quanto ne sappiamo quanto successo a Gela è un inedito assoluto anche nel nostro piccolo mondo. Andiamo con ordine: come ben sapete la Lodigiani ha vinto, pare meritatamente, a Gela, con una rete di Polani al 14° del primo tempo, e , come sapete, due nostri eroi (perché così vanno chiamati) sono giunti in quella che è la trasferta più a sud nella storia del tifo della Lodigiani, parliamo, per chi non lo sapesse, di Lorenzo e Cerveteri. Ma il bello è arrivato a fine partita, quando non solo tutta la squadra è venuta sotto al settore, ma ha aperto il cancello, scansato le guardie sbigottite ed è interamente entrata nel settore, abbracciando Lorenzo e Cerveteri, riempiendoli di elogi, e Cerveteri, fattosi fomentare dal momento, ha addirittura tirato la sciarpa ai giocatori ( se non ci sbagliamo il fortunato a prenderla nella ressa è stato Devizzi), in genere sono i giocatori a tirare maglie ai tifosi! Comunque questo episodio, come già detto, rimarrà negli annali, la festa biancorossa di Gela credo che rimarrà sempre impressa nei due fortunati arrivati fin là ma creerà anche rimpianto per chi non c’era, compreso il sottoscritto. Un gesto, quello di entrare nel settore, che ci ha nuovamente legati ad una squadra che abbiamo sentito distante non solo quest’anno, ma per diversi anni, e che ci fa capire che, anche se in molti partiranno la prossima stagione, sono tutti legati alla maglia e ci tengono alla salvezza di questa Lodigiani, che la trasferta di Gela ha dimostrato più viva che mai. Rimane il nostro veto a Morrone che speriamo tolga presto il disturbo, noi ci affidiamo alle doti calcistiche e umane di questa squadra che, nonostante la classifica, ci ha dimostrato di avere cuore e ci fa essere più fiduciosi per il futuro, che comincia già da oggi, per la partita interna contro il Brindisi, squadra forte che ci ha battuto senza problemi per 3-0 all’andata (ancora ricordo che brutta trasferta), non per niente i pugliesi sono i secondi della classe; oggi il Brindisi sarà seguito da molti ultras e semplici tifosi, a loro dobbiamo il massimo rispetto per come ci trattarono all’andata. Per il resto vi invitiamo alla trasferta di Nocera, ultima vicina del campionato, e se avete una cinquantina d’euro da spendere anche a venire ad Olbia in aereo. Riguardo la partita di oggi in casa speriamo semplicemente di essere in un numero decente, noi abbiamo lavorato duro per essere colorati quest’oggi, per il resto una mano datecela voi con la voce e collaborando con chi sta al megafono e al tamburo.
Invito ulteriore è quello di continuare a venire alle nostre riunioni (per adesso siamo tornati a S.Giovanni) magari proponendo anche voi i punti da discutere, e soprattutto cercate di proporre articoli per la nostra fanzine visto che le firme qua scarseggiano, e, visto che questa fanza è un po il nostro fiore all’occhiello sarebbe bello tenerla sempre sui buoni livelli di questi ultimi numeri. Vi ricordiamo che potete parlare di tutto e che i vostri articoli saranno senza alcun tipo di censura.
Ora e sempre forza Incredibile Lodigiani

Stefano-Ultrà Lodigiani


Gli Ultra' Lodigiani e…gli ospiti!


02-02-03 Campionato 22°
Lodigiani-Catanzaro 2-2


Noi : tirando le somme la prova del tifo è
stata sufficiente! Discreto nella prima frazione, leggermente sotto tono nella seconda parte…ma nel finale diamo la scossa e la Lodigiani pareggia! Comunque non sfiguriamo davanti ai numerosi sostenitori calabresi.
Catanzaresi : presenti forse poco più di trecento unità
dietro lo storico striscione degli Ultras 72. Immancabile lo striscione per Massimo Capraro. Non entusiasmano particolarmente ma provano a farsi sentire anche in svantaggio e poi c'è l'attenuante della difficile situazione societaria.

Daniele Ultrà Lodigiani


Riflessioni sull’unione ultras 


Per mia fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, ho passato un periodo di degenza a casa, costretto a letto dall’influenza, e mi sono concentrato molto su un argomento molto in voga tra gli ultras, cioè l’unione contro le diffide e la repressione. Già in passato, in particolar modo il sottoscritto, ma anche altri ragazzi del gruppo, hanno parlato di questo argomento, e rileggendo adesso (i miei naturalmente) gli articoli, posso dire che magari l’argomento è stato trattato in modo più superficiale, preso magari dall’euforia del momento. Essendo entrato adesso più nello specifico, ho avuto in questi giorni la consapevolezza, di quanto sia difficile raggiungere realmente questo obbiettivo, cioè una linea ultras comune contro queste nuove leggi. La cosa che non mi ha fatto certamente piacere, è scoprire quale sia, il triste motivo che fa si che non esista questo legame tra gruppi ultras. La politica. In queste settimane, nella cittadina toscana di Livorno si è svolta per il campionato cadetto la partita contro gli scaligeri, naturalmente due tifoserie rivali più che altro per risvolti politici, senza che tra questi due schieramenti in precedenza ci siano stati episodi di rilievo. Quindi destra contro sinistra. Rossi contro neri. Questo significa largo interesse dei mass media e anche una grande preparazione per la sicurezza. Per la cronaca, anche se non serve ricordarlo, i tifosi veronesi non sono stati fatti arrivare allo stadio, cosa che va oltre ogni regolare legge di qualunque paese democratico, nessuno può privarmi di viaggiare sul territorio del mio paese, (adesso anche sul suolo europeo), senza che nessuno mi impedisca di arrivare a destinazione. Questo avvenimento naturalmente ha focalizzato l’attenzione degli ultras (e più o meno dai mezzi d’informazione), perché sono cose che preoccupano, poiché toccano la libertà di ogni singolo individuo. 
L’unione degli ultras, a qualcuno piace, e a qualcuno fa storcere la bocca (a molti nel nostro gruppo), comunque come già detto troppe volte (si rischia di diventare pesanti) negli altri articoli, negli anni si sono viste molte iniziative. Quindi arriviamo al dunque, cioè alla capacità disgregativa della politica. Leggendo sul sito di un gruppo salito attualmente alla ribalta, le BAL, si parlava di un progetto creato da questo gruppo, quello della RESISTENZA ULTRAS. Sono certo che qualcuno conosce questa iniziativa, che tratta si di combattere le leggi anti-ultras, ma poi torna (almeno così c’è scritto) in modo stucchevole sulla retorica della bontà dell’estrema sinistra, e che per distruggere la repressione, bisogna eliminare ogni forma destroide nelle curve italiane, perché è questa la causa di tutto questo. Io sono di sinistra (non molto convinto), anche se non faccio attivismo, ma ho rabbrividito leggendo tutto questo. Ma come, nelle sezioni si parla tanto che questo governo è una dittatura, che questo è uno stato di polizia, e poi si incitano i compagni di ogni curva, a eliminare ogni nemico (politico naturalmente), portando così nelle curve delle guide che a dire tiranniche sarebbe poco? E poi chi avrebbe il coraggio di criticare squadrismo, e cose varie? Questa gente vorrebbe, combattere un sistema anti-democratico, chiudendosi nello squallore delle simbologie politiche. La stessa cosa vale per i camerati, non pensate che anche questa frangia politica, sia esente da questo discorso. Vi faccio un esempio semplice, per racchiudere tutto il concetto. Secondo voi, se la stessa cosa successa agli scaligeri, fosse accaduta alla controparte in questione, tante tifoserie come i BH VARESE si sarebbero affrettate a dimostrare la solidarietà? Non credo proprio, si sarebbero girati dall’altre parte (e non solo loro) e avrebbero fatto finta di niente. Il motivo? Diversità di simboli, continue accuse di morti e stragi, senza pensare che sono cose che (per lo meno in questo caso) lasciano il tempo che trovano. 
Queste sono cose che mi fanno schifo, mi fanno capire di quanto sia insulso il mondo della politica italiana, e quando raggiungerò l’età per votare credo vomiterò sulla scheda elettorale. Tutto il movimento si riempie di slogan, contro tutto quello che gira intorno al pallone, il calcio moderno ecc…poi ci si scanna senza motivo. Sono sempre più convinto che la politica, negli impianti sportivi non serva, ma badate bene, il mio non è il classico discorso ipocrita come tanti gruppi che si definiscono apolitici, e invece nelle curve fanno vera e propria propaganda; sono convinto che la politica sia importante per un essere umano, per la sua crescita soprattutto, ma riportata in uno stadio invece di far crescere fa regredire. Soprattutto in questo momento dove la tensione verso gli ultras è altissima, ostinarsi a mostrare il proprio credo in uno stadio può solo disgregare quello di buono che si fa contro la repressione, oltre ad essere obbiettivo di diffide per portare simbolismi politici (per onor del vero, soprattutto quelli di destra). Se si vuole combattere un nemico molto più grande di noi, che ogni giorno rischia di mettere a repentaglio la nostra libertà, in determinate occasioni vanno ignorati oltre ai colori anche i simboli, se non si capisce questo, nelle curve possiamo togliere ogni bandiera con scritto “LIBERTA’ PER GLI ULTRAS” e fare raduni, perché è tutto praticamente inutile. 

ULTRAS LIBERI. 

Quirino-Ultrà Lodigiani


La morte


“La morte verrà all’improvviso
Avrà le tue braccia ed i tuoi fianchi
Ti coprirà d’un velo bianco
Addormentandosi al tuo fianco“


Così dicono i versi di una delle canzoni più famose del compianto e mai dimenticato Fabrizio De Andrè; e così volevo introdurre l’argomento, alquanto duro, crudo, ma veritiero, che mi sto accingendo a scrivere: la morte. Temuta, triste, tenebrosa, violenta, accidentale, premeditata, insomma, un tema spesso evitato nei discorsi, quasi un tabù mai del tutto sfatato. Nel calcio negli anni ha colpito dirigenti, tifosi, allenatori, giocatori, presidenti; in un modo o in un altro è stata sempre parte attiva del mondo del pallone. A volte sanguinosa e cruenta (Paparelli, Palmieri, Heysel, Rondina), altre volte vigliacca ( Filippini, Spagnolo, De Falchi, Fonghessi) o fatta di vittime della fatalità (Baretti, N.Galli, Re Cecconi, tragedia di Superga, Meroni, Scirea), o ancora ci sono state morti impunite (Di Maio, Furlan, Mau e Colombi su tutti) infine alla classica morte che all’improvviso ti prende e ti porta via, in cielo (G.Attardi, N.Rocco, R. Dall’Ara, G.Prisco, G.Giuliani, P.Mantovani, C.Rozzi, R.Anconetani), e tanti altri ancora sono caduti tra le braccia dell’immaginario teschio con piantello e falce).
Ma la cosa che sta agli occhi di tutti è il fatto di come molte tifoserie abbiano snaturato il loro modo di pensare di fronte a questo evento. Insomma, sin dagli albori del movimento ultrà, anche se molto truculento; gli Ultrà hanno sempre avuto poco rispetto per le tifoserie avversarie incontrate che annoveravano un morto, o con striscioni molto pesanti nel contenuto, o con cori e slogan altrettanto crudi e violenti. Solo per citarne alcuni: “Fortunato leucemico fulminato”(Torino), “Oggi più che ieri tutti i Boys San come Palmieri”(Roma), “Mancano 39 vostri spettatori”(Fiorentina), “Superga-Baretti due schianti perfetti” (Juventus), “Cupido, per te è l’ultima banca” (Napoli), “Siete uno di Mero” (Verona), “Cecchi Gori, da noi poveretti un caldo augurio di finir come Baretti” (Bologna), “Rimini, Rimini, Rimini, Rimini, Rimini, avete un morto voi, l’abbiamo fatto noi” (Lazio) etc. etc, ma anche macabre coreografie composte da croci e bare. Si eseguivano cori ultraoffensivi e particolarmente cattivi, che suscitavano e ire delle tifoserie macchiate da fatti lugubri e funerei. Questo non vuol dire che non bisogna avere rispetto per i morti, ma non bisogna nemmeno rinnegare le origini della propria tifoseria e del movimento ultrà. oppure, quando si augura la morte con slogan e scritte a qualche dirigente, giocatore, allenatore o supertifosi/e vari subito pronti ipocriti striscioni di solidarietà e di affetto. Insomma, offendere, insultare gravemente qualche defunto non è mai bello, ma è sempre stato nei cromosomi dell’ultrà, volenti o nolenti. Anche questo fa parte del gioco, anche questo vuol dire andare “oltre” (sic)!

Vocione- Ultrà Lodigiani


Il manuale del perfetto Portoghese


Parte seconda: gli altri mezzi di Roma


Salve a tutti! Oggi il vostro docente di portoghesità vi insegna come viaggiare gratis e senza prendere multe in tutti i mezzi che vi portano in giro per Roma(sponda ATAC), oltre che nel Lazio (sponda COTRAL), ricordando che la scorsa volta si è parlato di metropolitana e della linea Roma-Ostia.
Iniziamo con i bus dell’ATAC. Dunque, è bene fare una precisazione: ogni giorno i controllori che salgono sugli autobus per verificare se siete provvisti di titolo di viaggio sono 246, con netta diminuzione (ma non sparizione) la Domenica, dove è molto più difficile essere sorpresi. Allora, la prima distinzione è tra i bus periferici e quelli extraurbani che arrivano nelle zone più remote della capitale. Riguardo a questi ultimi questi si contraddistinguono perché hanno lo zero davanti (tipo 051 che va alla Borghesiana). Bene, in questi bus, lungo il tragitto, non passeranno mai i controllori. L’unica eccezione è se l’extraurbano ha un capolinea importante, vedi Anagnina o Grotte Celoni, in questo caso sarebbe bene, per sicurezza, scendere una fermata prima del capolinea, è difficile che camminerete tanto per arrivare a destinazione, la probabilità è comunque bassa.
Diverso il discorso per quanto concerne gli autobus ed i tram ordinari. Praticamente in nessuno siete al sicuro, ed il più delle volte gli zii salgono in una fermata qualsiasi del bus. Bene, in questo caso ricordate che, non essendo al sicuro, dovrete prestare la massima allerta, quindi non sedendovi e stando sempre vicinissimi alla portiera per uscire immediatamente nella stessa fermata in cui vedete salire gli uomini con la divisa dell’ATAC. Se per caso non vi va di scendere e avete fretta, ma comunque volete cercare di arrivare gratis, allora è il caso di avere sempre un biglietto, mettersi vicino alla macchinetta per timbrare il biglietto pronti a vidimare il tutto nel caso che alla fermata del bus scorgiate gli zii che stanno per salire. Ricordate, finché sono in commercio, che è sempre meglio avere con sé i mitici biglietti arancioni, da timbrare prima di dietro e solo una seconda volta davanti. Ricordate, inoltre, che la tattica Ladispoli vale anche per tutti gli altri mezzi di Roma. Per chi non studia ricordiamo che la tattica Ladispoli consiste nell’avere più biglietti possibili nel proprio portafoglio (rimediabili per lo più per terra) e farli vedere tutti insieme al controllore dicendo che lo avete nel mucchio, il controllore probabilmente si scoraggerà alla vista del mazzo di biglietti.
Ricordate che neanche nei bus notturni potete sentirvi completamente al sicuro, anche se le probabilità che salgano gli zii diminuiscono drasticamente.
Adesso passiamo al secondo argomento della giornata, ovvero viaggiare in provincia gratis col COTRAL. Dunque, iniziamo con una citazione del noto portoghese Cerveteri: “La mia macchina si chiama COTRAL.....è gratis!!!”, sicuramente erano altri tempi quando Cerveteri diceva questa frase, che però conserva la sua validità a distanza di anni. Il COTRAL rappresenta il modo più sicuro per viaggiare comodamente e gratis, in lungo e in largo, per le strade del Lazio. Ciò nonostante non dovete trascurare neanche le giuste precauzioni. Allora, se viaggiate la Domenica state pur tranquilli, nessuno disturberà il vostro viaggetto. Nei giorni lavorativi la possibilità aumenta, pur minima. La massima attenzione la dovete prestare ai capolinea all’inizio del mese, anche qua, se potete, scendete la fermata prima e volete essere sicuri, un po di strada a piedi non fa male! La regola non vale per tutti i capolinea, alcuni vengono completamente ignorati dalla scarsa truppa di zii COTRAL. I capolinea più pericolosi sono quelli in cui più linee finiscono la loro corsa . Quindi, limitandoci a Roma, Anagnina, Lepanto, Laurentina, Ponte Mammolo sono tutti un po a rischio ma, ripeto, tranne che ad inizio mese, difficilmente li beccherete. Al di fuori dei capolinea riteniamo da escludersi che passino zii, se però non vi sentite sicuri anche qua basta stare attenti alle singole fermate se ci sono uomini in divisa.
Infine anche qua potrebbe valere la regola della timbratura di dietro, che vi farà risparmiare il 50% sul biglietto. Timbratelo per prima di dietro e se capita lo zio che vi becca la timbratura di dietro ditegli tranquillamente che vi siete sbagliati, il controllore COTRAL, specie alquanto rara, non dubiterà mai della vostra buona fede!

Francisco Daniel Pombeiro da Silva


Tifosi ospiti: i Brindisini

 

I biancazzurri sono l’astro nascente tra le tifoserie pugliese. Tifoseria salita da poco alla ribalta, mostra l’entusiasmo di tutte le tifoserie che per la prima volta dopo anni vedono certi palcoscenici, anche se va detto che ci sono gruppi che seguono da anni, vedi i Teenager Korps in auge dall’87, anche se negli scorsi anni non hanno avuto una grande continuità nel seguire la loro squadra. Altro gruppo sono gli Ultras Brindisi, datati ‘88, e la Legione. All’andata ci fecero un’ottima impressione, e numericamente si sono dimostrati tra i migliori del girone, del resto anche l’andamento della squadra gira dalla loro. Come tifoseria si può definire sostanzialmente apolitica. Gemellaggio storico è quello con i ragazzi di Foligno, amicizia tuttora esistente nonostante le due tifoserie siano distanti e non si incontrino da anni. Lungo l’elenco delle rivalità: solo in Puglia Andria, Foggia, Lecce (motivi di vecchio campanilismo), ma anche Casarano, Barletta e Monopoli. Nel girone anche forte astio con la tifoseria della Nocerina.


Trasferte flash


16/02/2003 Gela: trasferta effettuata in treno fino a Catania e poi col pullman di linea, unico mezzo per arrivare puntuali in quella che è la trasferta più a sud nella storia del tifo della Lodigiani (prima era Caltanissetta). I due che hanno presenziato per il nostro gruppo e le Teste Matte sono tornati in aereo. Non buono il tifo dei Gelesi, poco costante; ci fanno cori contro senza nessun motivo. A fine partita storica esultanza della squadra che entra interamente dentro al settore.


Comunicazioni


-Prossima trasferta sarà a Nocera, trasferta che il direttivo ha deciso di effettuare in treno. Chi è interessato contatti Cerveteri (340 / *******) o Stefano (348 / *******) o ci contatti direttamente di persona.
-Il 4 Marzo, per Martedì grasso, saremo nuovamente schierati ad Ivrea per la battaglia delle arance. Se volete aggiungervi a noi vale quanto detto sopra.
-Stiamo già raccogliendo le prenotazioni per Olbia il 6 Aprile: andata in aereo domenica mattina 22 Euro tasse comprese, ritorno Lunedì mattina presto 22 Euro sempre, per chi vuole tornare Domenica sera ci sono 12 Euro da pagare in più.
-Prossima riunione sarà nuovamente al Risky Point salvo eventuali variazioni dell’ultima ora. Appuntamento alle 21.30 alla COIN di S.Giovanni, comunicheremo per sms il giorno.


Voce in Capitolo, fanzine non sponsorizzata e non a scopo di lucro e fotocopiata in proprio.


Voce in Capitolo numero 45
Chiusa il 20/02/2003 alle ore 22:54