Questo personaggio ha fatto letteralmente impazzire tutta la tifoseria...personaggio leggendario che trovava nelle sue scadenti corrispondenze di Supertifo la sua maggiore fonte di ispirazione. Il suo periodo è tra il’96 e il ‘98 col gruppo degliUltrs, presente sin dalla prima trasferta del suo gruppo a Castel di Sangro. Tratti salienti i suoi capelli ricci, lunghissimi, mal curati e pieni di forfora, la sua parlata ciancicata e incomprensibile. Ma il mito Borgognoni nasce per il suo uso smisurato delle droghe pesanti, oltre che per la sua bruttezza. Il coro“Se fa, se fa, Borgognoni se fa le dosi d’eroina e ce rimane sotto”sulle note di Conquista la vittoria è rimasto negli annali dei cori degli Ultrà Lodigiani. Una volta Massimone tirò la sua borsa contenente l’intimo della madre alla panchina della Juve Stabia (Lodigiani-Juve Stabia 97/8), zaino che il magazziniere della squadra campana aprì a dir poco disgustato! A proposito della madre, era nota perché sosteneva di vedere i folletti in casa. Borgognoni in una lite con la madre (evidentemente sotto dose) la buttò dalle scale e fu processato per tentato omicidio, ma in qualche maniera l’ha sfangata. Borgognoni vanta un paio di presenze nel 2000 in trasferta quando fu richiamato a gran voce dal gruppo intero, per la gioia di chi anche non lo conosceva, ma fu bruciato dal Tocco di Merda che lo insultò accennando alle esperienze omosessuali di Borgognoni, oltre a battute sulla droga...omissis! |
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Eh si, proprio lui, per i più stretti il Tocco. Lui che alla Lodigiani ha segnato un’epoca, lui, il fautore delle“purghe”; lui, l’incubo numero uno dell’accoltellato, quello più verme che rinfognandosi in un pandino poteva sembrare uno qualsiasi, mentre invece si nascondeva un’autentica minaccia per tutti. Celebri le sue frasi del tipo”Ma che devi fa?!?!”,”N’esisti!”,”E levate, scio’, out, raus...e vattene”, forte gemellaggio con tutti i carrozzieri e gli autoricambi della capitale (”Paga la Multa”ne sa qualcosa)...lui che eraportatore di sane note di insonnia a chi nojn gli andava giù (Fagiano Perugino docet). Lui, il genio e la sregolatezza, a Messina il top con la sua “Svirgolettata”“ sul corridoio del treno, con i controllori avvelenati alla sua ricerca. Il suo show alla cena di fine anno del gruppo a via Veneto, con conseguente lancio di orecchiette al sugo sulla testa del Matto(tramontato quella stessa sera, e ce credo dopo quell’umiliazione!, Le sue idee ambigue tipo”Gemellamose co quelli del Chievo, se presentamo a San Siro col lo striscione insieme a loro, solo per esibizionismo!”. Le sue frasi sui muri di Roma (quella sulla tangenziale è storica, ma anche la classica”fare violenza”è tra le più gettonate insieme a “Noi felici pochi”, insomma, uno dei personaggi tra i più innovativi e fantasiosi di tutta la storia ultrà della Lodigiani Calcio. |
Su Francesco Chicarella scriverò cose che non riguardano il suo tragico incidente dell’estate 2000, ma descriverò imparzialmente la sua avventura nella Lodigiani. Francesco aveva una concezione di tifo tutta sua (“La squadra si contesta solo se è ultima a 20 punti dalla penultima”), idee granitiche(”Voglio fare l’ultras a vita”)e non per niente era uno stakanovista del tifo, seguendo Lazio (ex Eagles’Supporters), Lodigiani e Basket, però si è divincolato bene. Fondo’ con me e altri ragazzi gli Official Fans nel Settembre del’96, l’idea fu la sua e credo che a livello di tifo sia stata la scommessa più ardua che possa mai aver effettuato. Inoltre Francesco faceva uso di una notevole goliardia (”Il tifo è soprattutto divertimento”), in trasferta veniva solo ogni tanto, ma ogni volta che è venuto il tifo è stato ottimo. Poco serio quando si trattava di rispettare gli impegni, nel Gennaio’98 non venne all’appuntamento con noi per partire a Terni e prese la macchina partendo da solo...ci chiamò mentre noi eravamo al settore ospiti da dietro la curva Nord dei Ternani, che guardarono tutti verso di lui, e in quella stessa partita dei Ternani gli presero a calci la macchina con un atto di grande infamia. Con Chicarella ricordo le sbroccate che spesso gli facevamo quando le cose non andavano bene (sempre), le litigate al Flaminio e al Tre Fontane, per non dire in trasferta (vedi Frosinone in Coppa Italia), ma alla fine era uno con cui si poteva parlare e cercava di tenere i rapporti tra tutti. Non mancava mai ad una riunione nonostante parlasse sempre e comunque della Lazio. Quando venne da noi aveva 33 anni ed è sempre stato un decano, un vero maestro di tifo per noi, e soprattutto il re del megafono, come lui nessuno riusciva a fomentare la gente! Ricorderemo anche le bande di ragazzini scalmanati che portava dal quartiere suo al Flaminio per seguire la Lodigiani e su tutti il nipote Mattia, ma anche gente occasionale che ha lasciato non poco il segno. Poco da fare, di ultras a 360°come Chicarella ne nascono uno su un milione. |
Un numero del genere non poteva non parlare dello scomparso: costui si presentò ad una partita della Lodigiani al Tre Fontane dicendo che voleva fare un gemellaggio tra noi e gli Ultras Rapid Vienna, di cui si era fatto portavoce...noi da subito lo vedemmo come un folle che di certo non aveva buoni rapporti col pettine. Di madre austriaca, e di forte accento tedesco, si presento in trasferta la partita dopo, ad Ascoli, facendo finta di non avere soldi, cercammo inutilmente di fargli prelevare da un bancomat. Il viaggio ci riservò tante risate per le cazzate che diceva...per esempio avrebbe dovuto portare uno striscione del Rapid ma disse di non aver potuto perché la madre lo aveva messo in lavatrice...più una serie di cavolate varie...il TdM, dopo averlo un po ascoltato lo fece a pezzetti...lo salutammo alla stazione di Monterotondo, e 2 giorni dopo ci arrivò una telefonata che ci comunicò che a casa, dopo la trasferta, non era più tornato! Immaginate quindi la madre disperata, il patrigno che non sapeva come fare e che voleva portarlo a“Chi l’ha visto”(ve la immaginate la ricostruzione della sua ultima giornata con noi in mezzo?), I guai giudiziari che avremmo rischiato se sarebbe stato ritrovato morto...i genitori la partita dopo, con la sorellina in lacrime, vennero a cercarlo a Lodigiani-Palermo senza esito...la fortuna volle che un suo amico lo avvisto’ a Termini un’ora dopo che lo lasciammo a Monterotondo...tuttora non sappiamo se è stato ritrovato o no, ma logiche supposizioni ci fanno ritenere che sia tornato sano e salvo a casa! |
Se i personaggi descritti in questo numero sono un po la storia degli Ultrà Lodigiani, allora qua si parla della Leggenda! Massimone è colui che partì per Sassari in Coppa Italia raccattato dai suoi amici in una panchina di Quarticciolo e che partì senza nemmeno sapere dove andava, è lo stesso personaggio che fermò il treno Golfo Aranci-Sassari perché non riuscì a fare il biglietto, è colui che prese a cintate un controllore perché era entrato in un pendolino a prendere il giornale a scrocco e ripartì senza volerlo per Roma perché gli si chiusero le porte (trasferta di Avellino 96/7). Massimone era quello che se veniva fermato dalla polfer rispondeva alle guardie che si chiamava Massimone di nome e Massimone di cognome, e se gli chiedevano quando fosse nato rispondeva“nel ‘48”, e il suo indirizzo “non lo so”. Massimone è noto per i suoi anni di trasferte alla Roma e alla Lodigiani, è colui che se adesso andate al suo baretto a Quarticciolo e gli dite”andiamo a vedere la Lodigiani in Libia”lui risponde”e nnamo!”. Massimone, quando venne coi pantaloni da muratore a vedere la Lodigiani. Massimone, quando diede un cazzotto a un fermano senza motivo o quando rubò, a un altro fermano, una bandierina che sugli spalti non sapeva bruciarla perché non sapeva usare un’accendino. Colui che si faceva le canne senza aspirare, un uomo che sul suo citofono ha scritto semplicemente “Massimone”, colui che se gli bussi alla porta di casa la porta stessa si spalanca perché non ha la serratura. Massimone, raccattato per la trasferta di Mercoledì ad Avellino che fece gli scontri con le guardie. Storiche le frasi”Faccio la violenza” oppure”So dii Boys”. Massimone, l’uso della cinta in persona, in tanti l’hanno assaggiata: il Tufello, Valerio del Kaos, gente ignara e molti altri. Si racconta di un leggendario inseguimento tra Massimone e il Tdm per Centocelle con Massimone che inseguiva il malcapitato con la cinta in mano, non ne sappiamo ancora il motivo. Per non parlare di Massimone che scavalcò allo stadio di Ancona e andò con la sciarpetta sotto la curva degli anconetani (esistono delle foto, peccato che non le abiamo proprio). Ma pure storie mitiche al seguito della Roma, come quando scappò da un ristorante di Parma coi suoi amici e fu l’unico ad essere beccato perché nella corsa prese la sciarpa a un bancarellaro e si impigliò! Oppure di quando lui e Borgognoni rimasero da soli nello scompartimento dai loro compagni di viaggio per sentire che tipo di dialogo potesse nascere tra i 2, con Borgognoni che provava a parlargli di mentalità ultras e Massimone che rispose”A Capellò, te sfonno”, seguita dalla sua classica sghignazzata! Un uomo, un mito! |
Di mongoloidi alla Lodigiani ne sono passati tanti, qua vi illustriamo il più rappresentativo, uno degli indimenticabili. Uno venuto in una data tra il ‘93 e il ’94 in casa, non mancava nemmeno ad una partita e non venne mai in una trasferta, era l‘emblema dei cazzaroni del Flaminio, vale a dire di quei tanti ragazzi che venivano a vedere la partita in casa, mai in trasferta, e per il gruppo non avrebbero mai mosso un dito (A Vocio’, pure tu facevi parte di questo gruppetto, ricordi?). Bene, il nostro Little Tony era uno che, oltre al fatto di essere un emerito buffone, si notava per il suo look inconfondibile: zainetto azzurro, giacchetto di pelle, sempre lo stesso per anni, i pantaloni pure non se li cambiava mai, e, dulcis in fundo, le sue basette...una peluria veramente brutta da vedersi, che, contro ogni legge della decenza, quel tipo non si tagliava mai! Il suo nome lo accennò prima Francesco, che lo chiamò, per sbaglio, Little John (tra le risate generali), ma la consacrazione la ebbe dal Cerveteri, celebre il suo discorso pubblico fuori dal Flaminio:“Qua tocca venì in trasferta, però guarda qua...tié, guarda questo, ando cazzo va co ste basette, me pare Little Tony, ma potemo annà in giro con questa gente?”! Va detto che ci fu una mezza reazione del Little Tony ma nulla da rilevare. Quando c’era una partita in casa sapevi automaticamente che c’era lui...fu umiliato e fatto fuori dala linea dura della stagione 98/9, praticamente cacciato con molti rimpianti (non per il gruppo). Andava comunque ricordato. |
In finale questa pagina dedichiamola ai Mongoloidi della Lodigiani! Pippo Franco è stato forse l’ultimo dei grandi di questa serie di personaggi. L’uomo più brutto del mondo, a seconda dei punti di vista ovviamente, ma in molti concordano! Apparì all’inizio della stagione 2000/1, vevendo in trasferta a Torre Annunziata. Lì incontrò per caso il suo ex compagno di classe TdM, che, sorpreso, ci raccontò di quando Pippo Franco veniva picchiato e sbeffeggiato da tutta la classe. Tipo di un’ignoranza mostruosa (bastava vedere che messaggi scriveva), assillante fino alla nausea, era almeno continuo in trasferta. Cerveteri lo pigliava continuamente per il culo, diciamo pure che lo umiliava! Celebre il suo discorso di fine anno ‘2000 che fu accolto dalle risate generali. C’era gente che veniva allo stadio appositamente per vedere Pippo Franco, vero oggetto di culto. Era uno che si distingueva, se non altro per la somiglianza col celebre comico! Come ogni mito nascondeva i suoi vizi, e si parlava di una sua presunta omosessualità perché alcuni ragazzi hanno più volte protestato perché Pippo Franco aveva la discutibile abitudine di palpare i pacchi all’esultanza dei gol! Bombardò Lucidi di sms per avere una maglia per tutto l’anno e, quando gliela volle dare, la diede a Papocchio confondendosi, evidentemente per il nasone! Se ne andò umiliato da me e dal TdM e non tornò più, ma ogni tanto qualcuno di noi ancora lo sente.... |
Se c’è da parlare di un personaggio che lascia con l’amaro in bocca è Papocchio, se non altro se si pensa alla sua situazione, ma tant’è, meglio parlare di Lodigiani e basta. Papocchio si è presentato come fondatore degli Ultras Lodigiani nel’96, e da subito si distinguee per la “qualità”dei suoi striscioni e dei suoi stendardi. Da sempre è stato uno che non si è mai tirato in dietro in uno scontro, uno che di coraggio poteva venderne un po a tutti noi, spesso molti di noi hanno avuto a che fare con lui, senza però mai passare alle vie di fatto. Alcool e roba pesante hanno sempre condizionato la vita di questo personaggio e , di conseguenza, anche la sua esperienza alla Lodigiani. A Gualdo nel ‘97 non volle cantare perché non gli compravamo la sua birretta! Papocchio, grande scroccone, in trasferta senza mai una lira e soprattutto pretendendo che gli si pagasse tutto, la Ceres in prima. Dopo che ebbe la figlia sparì dalla circolazione, ricomparve nel 2000 a L’Aquila dove fu subito diffidato, uno dei pochi della Lodigiani, ma continuò comunque a venire in trasferta nonostante tutto, una volta fu fermato dale guardie (a Nocera) ma la sua diffida, quasi per miracolo, non risultò negli archivi della Polizia! Accusava un po tutti di essere dei conigli (non a torto) e dei napoletani (in effetti lo siamo), comunque a lui, anche se non viene più, auguriamo tutto il bene migliore. |
Marcello
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