Notte del 21 novembre, il giorno del mio compleanno. Penso alla Lodi, anche se tra poco mi devo alzare per andare a lavoro. Due anni fa festeggiai con una delle cose più assurde della mia vita. Chi c'era e ricorda ... buon per lui.
La mia Lodi. La mia Lodi perché come noi nessuno mai.
Perché nessuna città italiana ha avuto una terza squadra così denigrata
e così gloriosa. I suoi tifosi? Non ne ha mai avuto di veri. Ricordo
quando ero bambino a Roma si usava dire, per far intendere che non si
seguiva il calcio, sono della Lodigiani, come fosse la pagnotta!
La Lodigiani che ha visto crescere Di Chiara, Totti, fare
esplodere Luca Toni, Stellone ... chi ha vissuto il calcio negli anni
'90 sicuramente avrà almeno una volta stropicciato la bocca vedendo le
magiche imprese sportive di una squadra che non ha né città né
quartiere. E' sempre stato un pentolone, magico, ma sempre pentolone.
Ora siamo qui, a rivederla giocare dalla prima categoria,
da dove aveva cominciato nei primi anni '70.
Io un sogno ce l'ho. Vederla volare. Vincere campionati
su campionati ed avere una ottima partecipazione di pubblico. Di
famiglie nelle tribune e di ragazzi nella curva, freschi e pronti a
innumerevoli sacrifici. Ho nel cuore la curva sud dello stadio Flaminio,
sempre vuota, sempre chiusa! Le foto mi rimandano a
Lodigiani-Salernitana, che il calore romano era tutto dentro lo stadio
Olimpico per la piccola Lodigiani. Non posso immaginare dei 200 tifosi
che la videro vittoriosa a Matera, dove conquisto i professionisti.
Senza nessuna mossa economica o passaggio di proprietà... il 2 a 0 ci fu
davvero. Netto. E la Lazio era in B e la Roma era tricolore e 200
appassionati andarono senza nessuna organizzazione alle spalle in una
avventurosa e vittoriosa trasferta, a Matera, non a San Basilio, a
Matera. C'era voglia di essere protagonisti, la gente voleva contare
"anche se nun conto niente" diceva Venditti.
Ora questi quattro gatti, che la domenica mattina si
alzano alle 8 ci sono ancora. Ma sono quattro. Hanno forse meno valore?
Forse! In un mondo dove la gente non ti guarda più negli occhi. Forse i
nostri giocatori, tutti ben pettinati, pensano che sia scontato. Lo
stiamo vedendo quante squadre in prima categoria hanno dei tifosi
vicino. Non abbiamo preteso nulla di risarcimento nei periodi più grigi
della serie C. In prima categoria SI. Pretendiamo. Pretendiamo chiarezza
da chi dirige, pretendiamo sacrificio da chi si sporca e suda. Perché
anche noi ci sacrifichiamo. Tra di noi dobbiamo pretendere che ognuno
può dare quel che può dare, chi l'1% e chi il 100%. L'importante è che
si abbia la Lodi nel cuore. Ognuno a suo modo e con i suoi limiti e i
suoi difetti.
Non vogliamo essere incastrati in un contenitore, non lo
abbiamo mai voluto e mai lo vorremmo. Non vogliamo essere considerati
nel Lazio dei rivoluzionari e in Italia dei facinorosi nostalgici di
qualche ideologia. Non rientriamo nei vostri schemi! Mai saremo
ideologicizzati. Vogliamo che la Lodigiani sia una squadra apolitica,
seria, sportiva, leale.
Abbiamo visto lo schifo in ogni categoria. Moggi,
Matarrese, Gaucci, Tulli ... etc.
Vogliamo non considerare realtà quali Roma e quali Lazio.
Sappiamo cosa hanno fatto la domenica e ci sfracellano le palle fino
alla domenica dopo. Tutti ne parlano, tutti per interessi. Non saremo
mai come quella storia. Preferirei starmene a vita tra la serie D e la
Promozione. Mi sogno degli stadi belli, delle tifoserie davanti ai miei
occhi, delle maglie biancorosse vincenti e forse mi sto solo masturbando
il cervello. Ma una cosa è chiara e certa:
FORZA VECCHIO CUORE BIANCOROSSO
Giorgio Red - UL'96