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Doveva essere Martedì sera
il primo giorno in cui noi ci saremmo dovuti vedere per preparare il regalo
per i 10 anni della Nord sangrina, tuttavia alcune defezioni e il fatto che
questo gruppo si è confermato un lazzaretto ci hanno fatto costringere a
rimandare al giorno dopo l’inizio del nostro lavoro: un bel bandierone, coi
simboli del nostro gruppo (il famigerato teschietto) e quello del Cucn
Castel di Sangro (l’ostico Asterix), con la scritta “1996-2006”sopra e
“Dieci anni” sotto, dato che, come tutti saprete, entrambi i gruppi hanno
festeggiato proprio nel 2006 i primi 10 anni di vita. Alle 21 di Mercoledì
quindi ci siamo visti io e Nikola: prima tappa l’Ikea, per prendere i
cartoni che serviranno da stampo per i due simboli. Da Ikea abbiamo trovato
subito dei cartoni della giusta misura, e l’interrogativo, data la grandezza
di questi, era come trasportarli, ma alla fine, con la solita nostra
inventiva, e urlando frasi senza senso in napoletano, abbiamo montato i
cartoni sopra il tettino della mia auto, legandoli artigianalmente con lo
scotch da pacchi; il tutto dava l’idea di un equilibrio molto precario
(Isola Liri), tuttavia l’accrocco ha retto fino a casa di Simone, non senza
il timore che i cartoni ci si potessero sganciare provocando qualche morto
sulla Tuscolana. Arrivati da Simone vedevamo quest’ultimo in condizioni a
dir poco pietose, febbricitante ma pronto a darci una mano...ma Simone aveva
anche una sorpresa, ovvero la famosa e ardita celtica dei Wup Palermo,
finita, dopo una marea di giri, in mano nostra, ma solo in prestito per
portarla con spirito goliardico dai fratelli sangrini, sicuri che avrebbero
gradito la nostra sorpresona (rammentiamo che sia noi che i Sangrini siamo
apolitici, ma la goliardia è goliardia!)...con altrettanto spirito
goliardico la celtica si è fatta un predecennale nei locali più insoliti,
esposta sia in uffici non proprio appropriati (vedi WWF), sia in palazzi
della periferia romana, sia per le strade di Roma. Comunque, in un angolo
anonimo di Roma Sud cominciavamo il nostro lavoro, e subito è sopraggiunto
Valerio, in piena divisa Met.ro, pronto anche lui a darci una mano. Valerio
ha comprato subito almeno una decina di birre per il gruppo, generosamente
rimborsate dalla nostra cassa...così la preparazione del bandierone è
cominciata, tra qualche birra di troppo, con Nikola che, pur impegnandosi
non riusciva proprio a disegnare il suo teschietto, io e Valerio ad
impegnarci al massimo per disegnare Asterix, e Simone che ha dato una mano
dove poteva. Tutto il resto del gruppo è stato assente per acciacchi vari.
Quasi all’una di notte, con Asterix quasi pregevolmente finito, ce ne siamo
andati a casa, stanchi, brilli, e con un netto ritardo sul lavoro.
Anche Giovedì sera la
formazione iniziale era quella del giorno prima, con Simone sempre più
malconcio, Valerio che è potuto arrivare solo alle 23 e una rapida presenza
del Roscio anch’egli febbricitante ma che ha dato il suo contributo,
soprattutto in termini di benzina per riaccompagnare a casa Nikola. Birra
presente ma molta di meno, per scelta e per andare avanti sul lavoro.
Asterix viene finalmente completato, e a giudicare dallo stampo del cartone
è stato a dir poco perfetto, mentre il teschietto di Nikola era ancora in
alto mare, tanto che, alle ore 23.30 si decide, mentre Nikola continua, col
massimo impegno, a fare il suo, di tentarne uno nuovo, e anche stavolta ci
cimentiamo io e Valerio, mentre per le Tibie useremo quelle di Nikola,
venute più che bene. Al termine della seconda serata gli stampi di cartone
erano entrambi pronti, ma la bandiera ancora immacolata. Con molto realismo,
quindi, per recuperare energie, abbiamo deciso di vederci la mattina
seguente alle 11.
E così è: io, Nikola e
Simone cominciavamo prima a stendere i giornali per terra e poi il
bandierone. Simone, in condizioni precarissime, ha portato pennelli e
vernici varie, ma il primo passo è stato disegnare i simboli sulla stoffa.
Facile per il teschietto, il lavoro è stato durissimo per Asterix (mortacci
sua!), perché, dopo aver disegnato la sagoma, abbiamo dovuto staccarlo pezzo
per pezzo per rispettare al meglio le proporzioni del disegno. Comunque, in
un’oretta di lavoro, questa delicata operazione è stata fatta, pertanto
siamo passati alla verniciatura del tutto, e qui è cominciata un’operazione
che si è protratta per ore e ore. La scritta, sopra e sotto, è stata fatta
molto rapidamente, anche se sarà ben ripassata dal Roscio, presente dalle 15
fino alla fine del lavoro (l’una di notte!). Io e Nikola cominciavamo a
dipingere il teschietto, tutti e due abbiamo cercato la massima precisione
direi con ottimi risultati, la gente passava e ci guardava perplessa,
qualcuno ha osato chiederci a cosa servisse quel bandierone e stupenda è
stata la risposta di Nikola (“stiamo onorando il gemellaggio storico Roma
VIII-Siracusa nato dieci anni fa quando il Siracusa stava in ritiro qua”),
mentre è passata agli annali la frase detta e ridetta ad ogni nostro minimo
sbaglio (“tanto è pe i sangrini”, frase detta ovviamente con la nostra
consueta goliardia e che non ci ha distolto dal massimo impegno)...nel
frattempo più andavamo avanti e più eravamo convinti che il regalo ai
Sangrini non doveva essere dato subito, ma con una sequenza particolare, ci
sembrava il minimo che se lo sudassero un po! La verniciatura è andata
avanti e, dopo una lauta pausa pranzo (grazie alla madre di Simone per il
suo contributo culinario, senza contare che è stata lei a unire la stoffa
del bandierone)è arrivato Roscio, mentre Simone andava, ovviamente senza
voglia, a lavorare. Le ore passavano, il lavoro lentamente procedeva,
abbiamo dovuto ricorrere a spese extra per mancanza di materie prime, ma
mentre l’oscurità arrivava un atroce dubbio passava per le nostre menti...si
sarebbe mai asciugato il bandierone? Nel frattempo l’umidità aumentava a non
finire, e più passavano i minuti e più il nostro bandierone sembrava un
lenzuolo appena uscito dalla centrifuga di una lavatrice...e intanto, i
nostri bordi precisi, grazie all’umidità, diventavano sempre più sfumati,
pur nella decenza, mentre le parti fatte a pennarello (pochissime per
fortuna) si espandevano a macchia d’olio. Alle 19 sono stato io a staccare,
proprio mentre Simone tornava. A questo punto, a bandierone quasi finito
(molto quasi visto che i ragazzi faranno quasi l’una di notte), non posso
raccontare molto, se non un paio di visite sgradite (le guardie ovviamente,
che chiaramente avvisate da qualche spia se ne sono andate in entrambi i
casi subito) e il fatto che i ragazzi, infreddoliti, anche a lavoro finito,
vegliavano sul bandierone, sempre più umido, finchè non si è deciso di
lasciarlo in un angolo un po più sicuro all’aperto a farsi la nottata.
Il giorno seguente era
finalmente Sabato, cioè quello della partenza. Simone che, oltre per i
problemi di salute, ha avuto dei problemi, non è potuto partire con noi, ma
già dalla mattina presto ha vigilato sul bandierone, non ancora asciutto.
Verso le 12 arrivo io...finalmente (eccetto per il nero)è asciutto, anche se
qualche simpatico cane ci ha lasciato qualche impronta gialla e rossa sul
bandierone e anche alcuni bordi erano irriconoscibili. Tuttavia il risultato
è stato più che buono, e da lontano le pecche non risultavano affatto
visibili. Ripiegato il bandierone, mi sono potuto dirigere a Subaugusta
(boicottate Meo Pinelli che ora si spaccia per re del faggianesimo con tanto
di aperitivo) e da lì è cominciato il nostro viaggio per Castel di Sangro.
All’appuntamento, puntuale,
si è presentato il solo Nikola, visto che Roscio ha pensato di farsi bello
per le Sangrine (ovviamente il nulla) ed ha tardato...quindi non potevamo
fare niente di meglio che andare a Cinecittà 2, sempre generosamente pronta
a offrirci bibita e spuntino, nonostante avessimo optato per il digiuno
completo in onore dei fratelli Sangrini. Dopo il nostro giretto, in cui
abbiamo purgato a piedi dei passanti non del tutto ignari, siamo tornati a
Subaugusta, e stavolta il Roscio è arrivato subito, con in mano l’insigne
celtica affidata a lui solennemente da Simone. A questo punto siamo potuti
partire alla volta di Castel di Sangro. Come è ormai nostra consuetudine da
tempo, abbiamo fatto la più economica A1 invece dell’autostrada per
L’Aquila, diventata troppo onerosa per noi poveri ultrà! In macchina
prendevano così il via cori per la Lodigiani e cori goliardici sulla nostra
celtica, autentica mattatrice di questo week-end abruzzese! Le soste
all’autogrill sono state rispettate, prima l’autogrill di Simone (dal lato
opposto di quello del Vocione), poi il Casilina. Ovviamente all’autogrill
abbiamo preso tutto il necessaire per rendere ancora più bella la festa dei
Sangrini: vini costosi, un’intera forma di formaggio, salumi, più qualcosa
per noi stessi, Nikola aveva persino bisogno di una giacchetta nuova e
proprio all’autogrill ha trovato il modello giusto, che culo!
Poiché eravamo abbastanza
puntuali non abbiamo avuto bisogno di spingere sull’acceleratore, e , nella
nostra proverbiale calma lodigiana (fratello lodigiano non mollare ndr)
sgamiamo persino un autovelox nei pressi di Venafro. Ah, proprio a Venafro,
con la celtica alla mano (anzi, al finestrino), abbiamo incitato, con
goliardia, a sostenere tutti il duce, con la gente che ci guardava
sbigottita (lo so, non ci credete che è solo goliardia, invece è così),
qualcuno ha pure approvato, tra le nostre risate! Anche il pezzo più brutto,
quello dei tornanti prima di Castello, è passato abbastanza in fretta, e,
poco prima, si ha preparato la celtica per il suo ingresso trionfale a
Castel di Sangro...quello che vi starete chiedendo è: ma cosa c’entra la
celtica nel decennale dei sangrini? Ve lo diciamo noi, assolutamente nulla,
ed è proprio per questo che l’abbiamo portata, volevamo vedere la reazione
di tutti, prendetela come una ricerca sociologica, magari pubblicheremo
anche un libro (“Anche questa celtica è ita”). Finalmente siamo arrivati a
Castel di Sangro, e abbiamo parcheggiato la macchina proprio a ridosso del
centro storico, solo che abbiamo calcolato male le distanze (decine di volte
che veniamo e ancora ci perdiamo per Castel di Sangro, bei daun!), così
abbiamo cominciato a marciare (per non marcire) in 3 bei buffoni, in corteo,
e con le nostre bandiere, tra cui una celtica! Finalmente siamo arrivati al
teatro di Castel di Sangro, e il primo a venirci incontro è stato Roberto,
che neanche il tempo di salutarci ci ha subito redarguito per la nostra
celtica e, sbigottito, anche Luca ci ha visti subito e ci ha chiesto di
toglierla perché la gente non avrebbe capito! Comunque in pochi minuti ci
siamo salutati con tutti i ragazzi di Castello nonché coi mitici Celanesi,
anche loro a festeggiare il decennale dei nostri comuni amici, e anche loro
alquanto perplessi sul tema celtica. Tutta la tifoseria del Castel di Sangro
era alquanto indaffarata, alcuni hanno dormito sicuramente poco, e tra di
loro si vede la voglia di fare andare tutto per il verso giusto.
L’allestimento del teatro non era affatto male: i Sangrini hanno sistemato
sui loggioni le loro bandiere storiche, mentre sotto al palco spiccava il
vecchissimo striscione CUCN da trasferta , vissuto al massimo. In pochi
secondi decidevamo così di mettere anche noi la nostra pezza, e in compagnia
di Roberto e di Mirko di Celano siamo tornato alla nostra macchina, che
abbiamo poi parcheggiato proprio dietro al teatro. Siamo rientrati e abbiamo
appeso la nostra pezza, e subito l’incommensurabile Fagiano è venuto a
salutarci e a farsi una bella foto ricordo sopra il nostro striscione!
La presentazione del dvd
doveva cominciare alle 18, invece è slittata di oltre mezzora. Alle ore
18.40 il teatro era pieno: oltre a noi, ai ragazzi della curva nord e ai
Celanesi presenti molti tifosi del Castel di Sangro di ieri e di oggi,
qualcuno venuto anche da fuori Castel di Sangro, un bel colpo d’occhio.
Marco Santopaolo, noto giornalista del Castello ai tempi della C, ha
presentato la serata coadiuvato dall’inarrestabile Luca. I primi applausi
sono fioccati all’apertura del dvd con delle bellissime immagini degli
Ultras Sangrini, belle anche le musiche di sottofondo. Durante la serata, e
tra tanti applausi, sono scorse immagini della serie B, della C1, della C2 e
della Promozione Abruzzese, tutte suggestive, ognuna di quelle immagini
aveva qualcosa da raccontare. Spesso apparivamo noi, coi nostri striscioni,
o con le nostre facce, tanto che presto ci siamo andati sul cazzo da soli,
anche se va detto che molte foto le abbiamo date noi ai ragazzi di Castello,
altre erano di Luca e alcune sono state messe a disposizione da vecchi
tifosi del Castello. Sul palco si sono alternati giocatori del Castel di
Sangro, uno dei tifosi storici e il vice sindaco di Castel di Sangro. In più
ci sono stati gli interventi telefonici del presidentissimo Gravina, che ha
augurato le migliori fortune possibili al Castel di Sangro e all’allenatore
della B, il grande Ivo Jaconi.
Finita la presentazione i
Sangrini hanno offerto a tutti i presenti un buffet e hanno cominciato a
vendere le copie del dvd ad un prezzo onestissimo. Noi abbiamo continuato a
cazzarare dentro e fuori il teatro, poi abbiamo chiamato Luca per
consegnargli il nostro regalo e all’inizio, con la massima serietà, abbiamo
consegnato a Luca il “nulla”, che lui ha preso con molta disinvoltura, poi
abbiamo continuato dicendo che il regalo era un qualcosa che aveva già
visto: la celtica! Con fierezza e solennità gliela abbiamo consegnata,
raccontandogli dettagliatamente tutto il suo excursus storico...naturalmente
lui l’ha presa e la voleva tenere con sé, poi gli abbiamo spiegato che era
una finta e che il legittimo proprietario la rivoleva a tutti i costi,
quindi non potevamo proprio lasciargliela!
Erano già le 21 quando ci
siamo diretti al ristorante, dove in macchina con noi è salito il grande
Fagiano, che con un discorso tutto suo ci ha spiegato di approvare la
celtica in quanto simbolo anglosassone (e ricordatevi che si pronuncia
cheltic e non seltic come la squadra!!!); oltre a lui presente anche
Charlie, apostrofato subito da un nostro coro: personaggio, questo, ancora
poco conosciuto, ma non so perché, credo che avrà un futuro!
Il ristorante vedeva
disposte ben due lunghe tavolate, una quella tranquilla (con Lorenzo e
famiglia, Fagiano, nonché ultras più tranquilli, diciamo così), e la
tavolata dello schifo, ovvero quella nostra, con Celanesi, ultras Sangrini
vecchi e nuovi! Da questa tavolata sono partiti la maggior parte dei cori;
due i momenti clou della serata: il primo è quando a giro abbiamo cominciato
a bere tutti d’un fiato il nostro bicchiere di vino rosso, accompagnato, a
turno, da un coro personalizzato con tanto di nome...il povero Costantino
del Celano si sarà bevuto almeno 5 bicchieri così, più quelli bevuti
normalmente! Il risultato è stato, dopo poco, che tutti, e per tutti
intendesi tutti, eravamo veramente ubriachi fradici, e si è sfiorato a volte
il puro delirio, ma quello era solo l’inizio...il secondo momento clou è
quando noi siamo usciti per preparare, a sorpresa, il nostro
regalo...salendo dalle scale della scuola di fronte al ristorante abbiamo
appeso il bandierone-regalo per i Sangrini, con accanto la celtica che non
c’entrava un cazzo ma faceva il suo effetto! Quando tutti sono usciti a
vedere il nostro regalo abbiamo avuto i complimenti di tutti , e la cosa ci
ha fatto non poco piacere dopo tutti il lavoro svolto!
Quando siamo usciti dal
ristorante, tutti ubriachi fino allo spasmo (che schifo!) abbiamo cominciato
a caricarci tra di noi e poi siamo andati tutti sulla cima della scala a
fare il tifo dietro al nostro bandierone, e da quel momento, per le
successive tre-quattro ore la celtica ha cominciato ad avere, complice
l’alcool, il suo successone, ed è passata di mano in mano!
Da quel momento in poi i
miei ricordi sono un po sfocati, perché il tasso alcolico era veramente al
di sopra dei limiti! Ricordo benissimo che, dopo tutto ciò, non contenti,
siamo andati in un locale di Castel di Sangro dove abbiamo tutti bevuto
birra e sventolato celtica, col mondo che ci sembrava più capovolto che mai!
Abbiamo fatto cori che rimbombavano per tutto il locale e mi sembra di
ricordare che qualcuno ci è venuto a redarguire, ma la nostra risposta è
stato un possente “Noi facciamo il cazzo che vogliamo”! Ma il meglio (o il
peggio, a seconda dei punti di vista) doveva ancora venire: all’uscita,
ammetto, anche incoraggiato da me, Nikola si è fregato una torta gelato
sotto gli occhi degli inservienti del locale, uno di questi l’ha prima
seguito e ha cercato di ottenere da Nikola la restituzione della torta, ma
al rifiuto (secco direi, anzi, asciutto) ne è nato, non so come, un mezzo
(il mezzo è ironico), parapiglia, e alla fine non so come ci siamo ritrovati
in diverse unità a trattenere Nikola dallo scatenare una rissa abnorme... ci
abbiamo messo diversi minuti a calmare Nikola, in preda agli influssi
dell’alcool...poi , per stemperare gli animi, ci siamo diretti tutti ai
giardinetti, dove tra uno sventolio di celtica e l’altro abbiamo , con
fatica, abbassato il tasso alcolico presente nei nostri corpi, delirando,
come in un manicomio e parlando, alla meno peggio, di mentalità. Mi sembra
che qualcuno ci ha anche offerto il caffé (forse il Fagiano Teacher? Scusate
ma non riesco a ricordare!), a un certo punto ho anche visto il Roscio
disteso su una balaustra, e poi di quelle ore passate al freddo non ci ho
capito un cazzo, se non che alle 3.30 i Celanesi ci hanno salutato e che,
alla ripartenza della macchina, l’acceleratore non funzionava, ma dopo
qualche minuto e un controllo senza frutti ha ripreso a funzionare (ho
sognato???)...la cosa più strana è che sembra che una delle ragazze con le
quali avevamo socializzato (unica passione comune l’alcool) voleva salire in
macchina con noi per “fare un giretto” e sedersi sul sedile davanti ma il
Roscio pare (io non ho visto e non confermo) che l’abbia scansata piuttosto
seccamente dicendogli che quello era il posto suo! Dopo che noi abbiamo
ringraziato gentilmente il Roscio di quel gesto, assieme ai reduci Sangrini
ci siamo diretti a casa di Lorenzo, dove abbiamo acceso un caminetto e
degustato le squisitezze dell’autogrill, alle 4 di mattina inoltrate! Unica
cosa che ci scaldava era il camino, ma ben presto la sala è diventata
tossica, così, quando abbiamo deciso di andare a dormire, sia noi che Luca
ci siamo recati , con tanto di coperte, a dormire nelle nostre macchine
menter, mi sembra, Roberto, Charlie e Salvatore hanno dormito a loro rischio
e pericolo col caminetto acceso! Dei grandi comunque, visto che potevano
tranquillamente andare a dormire a casa ma, pur di farci compagnia, hanno
affrontato ogni tipo di scomodità! Abbiamo preso sonno con molta facilità, e
ci siamo risvegliati prima delle 9. Io avevo mal di testa e una faccia
tremenda, il meno sconvolto mi sembrava Roscio, mentre anche i ragazzi di
Castello non brillavano certo di cera! Siamo rimasti quasi tutto il tempo
con Luca, gli altri ragazzi si sono un po assentati, alla fine, in un clima
di rincoglionimento generale ci siamo tutti ritrovati verso le 11 allo
stadio, per sistemare gli striscioni! Stavolta l’operazione è stata
piuttosto lunga, non tanto per la nostra mollezza fisica, quanto per il
fatto che per l’occasione sono stati rispolverati tutti gli striscioni
storici della Nord Sangrina, primo tra tutti il vecchio Commando Ultrà Curva
Nord che ha segnato gli anni della serie B...vederlo appeso è stata una vera
emozione...alla fine di questa lunga operazione noi ci siamo messi a
giocare, con tanto di pallone giallorosso, sul terreno del Patini, e ce ne
siamo andati solo all’arrivo della squadra sangrina, tanto che il sostituto
guardiano, che non ha fatto di certo rimpiangere il titolare, ci ha cacciato
a suon di bestemmioni! Abbiamo avuto il tempo, solo per chi lo voleva, di
prendere uno spuntino per pranzo, e poi, sempre più sconvolti, siamo tornati
allo stadio. Poiché abbiamo chiesto espressamente a Luca di non pagarci il
biglietto dello stadio, siamo naturalmente entrati a modo nostro, ma
stavolta con garbo e gentilezza visto che gli strappabiglietti ci hanno
fatto passare senza problema alcuno. Io e Nikola ci siamo subito posizionati
in tribuna per le famose foto , mentre i Sangrini cominciano a preparare
l’entrata di campo: ah, tanto per la cronaca, la partita era contro il
Cologna Spiaggia, colori neroverdi, tifoseria inesistente! Dicevamo si, le
foto, e sicuramente ci sono venute bene dato che la Nord ha preparato una
bella fumogenata multicolore venuta sicuramente bene! Unica nota negativa,
che però ormai accomuna la maggior parte delle curve italiane, è quello dei
ritardatari, molte le persone che sono giunte soltanto dopo l’inizio della
partita! Dopo qualche scatto io e Nikola abbiamo raggiunto Roscio e i
ragazzi della Nord, che hanno dato il via, da subito, ad una vera torcida,
nonostante le condizioni a dir poco pietose della maggior parte dei
presenti, comunque è stata la partita del decennale e il tifo doveva
procedere nella giusta direzione...ad animare la curva un Fagiano in
formissima che sparava un magnum dopo l’altro, mentre la curva ha tenuto per
oltre mezzora il coro “ e ovunque giocherai non ti lasceremo mai perché tu
sei la squadra che io porto nel cuor...Castello alé, Castello alé,
lalalalalalala..........”, veramente molto bello e coinvolgente. Per il
sottoscritto mal di testa a non finire e già al 35° raggiungo il bar gestito
dalla Nord dove, se non altro ho ripreso un po di zuccheri, e un buon caffé!
Proprio nel mente il Castello è passato in vantaggio, chiudendo così la
prima frazione in vantaggio per uno a zero! Durante l’intervallo volti
stranoti si aggiravano presso il bar, da notare Nikola che ha dato una mano
ai ragazzi della Nord al bancone del bar! All’inizio del secondo tempo gli
ultras sangrini hanno alzato il nostro bandierone a mò di copricurva, di
bell’effetto, anche se la nostra intenzione era quella di farne un
bandierone da sventolare, ma , date le dimensioni, la nostra pretesa era
troppo ambiziosa! Il bandierone è stato tenuto sopra le teste dei presenti
per diversi minuti, poi è calato proprio in tempo per l’1-1 del Cologna...il
tifo della nord tuttavia non ne ha risentito, e prosegue senza soste anche
dopo il clamoroso 1-2 del Cologna, che fa presagire un po tutti alla
maledizione del Roscio. Tuttavia il Roscio aveva simpatia per quei colori
neroverdi, ed ecco che l’1-2 diventa 2-2, per diventare, in un crescendo di
tifo e di intensità, il 3-2 definivo a pochi minuti dalla fine! Il Patini
diventa una bolgia, dando così una degna cornice ad un decennale riuscito a
dir poco perfettamente! La squadra sotto la nord, e la nord in fermento sono
il simbolo di quest’altra stupenda giornata!
Finita la partita,
purtroppo abbiamo salutato tutti subito, anche perché eravamo ridotti in
condizioni veramente, ma veramente troppo pietose! Un saluto quindi, a tutti
quei ragazzi che ci hanno accolto da fratelli e che ci continuano ad
accettare per quello che siamo, un gruppo con pregi, difetti, e forse
talvolta caratterizzato dall’eccessiva euforia e goliardia! Ma il Fagiano è
uno che ha capito tutto dalla vita, e lui, assieme a tutti gli altri ragazzi
di Castello, è pronto ad accoglierci alla prossima partita del Castello!
AUGURI ULTRAS CASTEL DI
SANGRO, I GEMELLATI CHE PORTIAMO NEL CUOR!
Stefano – Ultrà Lodigiani
1996
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