La Lodigiani non c’è più
La Lodigiani non c’è più. La Lodigiani la sua ultima partita
l’ha giocata contro la Palmese in una domenica di maggio ottenendo una vittoria
che le regalò la salvezza. Adesso c’è il Cisco Lodigiani, che non è la
Lodigiani; è una squadra schifosa, davvero, e senza voler essere ripetitivi lo
pensiamo sul serio. Che dispiacere vedere il nome tanto simpatico e speciale
della Lodigiani accanto a quello dell’altrettanto odiato e disprezzato Gruppo
Cisco. A questo punto sarebbe stato meglio chiamarlo direttamente Cisco Roma,
per non infangare i colori, il simbolo e il nome della A.S. Lodigiani 1972. Ma
il Cisco Lodigiani che scende in campo nel girone B della C2 non è la Lodigiani,
è veramente tutta un’altra cosa. Questo è davvero importante e spero che la
gente appassionata di calcio o di mondo ultras se ne sia resa ben conto. La
Lodigiani adesso non c’è più. Adesso cosa c’è?
C’è una squadra che ha fatto di tutto per essere messa nel
girone B e non nel girone C perché era più facile; c’è una squadra costruita con
milioni di soldi e con sponsor non indifferenti che doveva stravincere il
campionato; c’è una squadra che nel girone B, notoriamente il più facile della
C2, è riuscita a perdere in casa almeno 5 partite, a pareggiare svariate partite
con squadre ridicole, e a fare figuracce ovunque ( non ultima la sconfitta a
Monte San Savino ); c’è una squadra che se stava nel girone C sarebbe stata
massimo sestultima; c’è una squadra che all’inizio dell’anno aveva lanciato una
campagna abbonamenti su grandi livelli ( “Al Flaminio è già spettacolo! Prenota
un posto in prima fila per una stagione ricca di emozioni!” recitava sul Cisco
Magazine ); c’è una squadra che ha in media 200 spettatori se va bene; c’è una
squadra che doveva avere almeno 3000 o addirittura 4000 spettatori a partita
secondo i progetti di un dirigente; c’è una squadra allo sbando e dimenticata
dall’ambiente sportivo romano; c’è una squadra che il prossimo anno, comunque
vada, cambierà ancora fisionomia modificando ulteriormente nome, colori,
simbolo; c’è una squadra che non ha un’identità né una tradizione; c’è insomma
una squadra che non è più la Lodigiani.
La Lodigiani vecchia, quella vera, era ben altra cosa. Non
tanto nei successi, anzi. La Lodigiani lottava perennemente per non retrocedere
e quante sconfitte ha subito: tantissime! Ma la Lodigiani ci piaceva così. Era
una scommessa una squadra del genere in serie C1, e pensare che ha raggiunto
pure una semifinale play off per la serie B. Non c’era gente che proclamava
vittorie e promozioni, non c’era gente che sbandierava i progetti di “assoluto”
valore: c’era gente con la quale talvolta si litigava e ci si arrabbiava, non
erano certo angeli, ma almeno erano umili e realisti. I giocatori erano tutti
giovani, o almeno la maggior parte, e dopo un anno o due poi venivano venduti ad
altre squadre, perché era così, la Lodigiani viveva così e nonostante tutto,
nonostante non ci fossero obbiettivi eccelsi, ci piaceva così e così funzionava
anche bene. Era una Lodigiani simpatica, giovane, dinamica, a volte spavalda a
volte inguardabile, ma era la Lodigiani, era la nostra squadra e lo sarebbe
stata, si sperava, per sempre.
Mi dispiace fare una sorta di contraddizione rispetto a
quanto ho scritto altre volte, ma adesso ho un po’ dei pensieri pessimisti e non
parlo di futuri ritorni della Lodigiani, perché al momento la vedo piuttosto
difficile. Il Cisco, state tranquilli, non mollerà la presa e comunque vada la
squadra diventerà Cisco Roma; e allora chi mai potrà rifondare la Lodigiani?
Creare una squadra così non è una cosa semplice. Un ritorno della Lodigiani non
sarà per niente scontato, è bene comprenderlo. Comunque noi non possiamo nulla,
forse, e non ci resta che ( piangere!) sperare e non mollare. E anche gufare…
Pietro-Ultrà Lodigiani